Garlasco, caccia alla prova regina: sarà acquisito anche il Dna delle cugine Cappa e degli amici. L’avvocato di Stasi: «Riscriviamo la storia»


Saranno acquisiti anche i Dna delle gemelle Cappa nell’ambito delle nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi. Lo ha deciso oggi la gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, nell’incidente probatorio sulle analisi genetiche del materiale biologico trovato sulle unghie della vittima. Oltre a quello di Stefania e Paola Cappa, sarà acquisito anche il Dna di Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi, di Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti, tutti e tre amici di Marco Poggi e Andrea Sempio, l’unico indagato al momento (per omicidio in concorso) nel nuovo fascicolo aperto in procura. E poi quelli del medico legale, dei carabinieri e soccorritori intervenuti sulla scena del delitto e degli stessi inquirenti e investigatori della prima inchiesta. Nessuna delle persone in oggetto è indagata, ma la gip ha acconsentito ai nuovi prelievi, accogliendo la richiesta della difesa di Alberto Stasi, al fine di comparare tutti i profili genetici con le tracce che saranno repertate. Non si escludono però a questo punto svolte nell’inchiesta, dopo che nei giorni scorsi è stata trovato in fondo a un canale a Tromello un martello che sarebbe legato all’omicidio e che sono emersi anche gli «strani» messaggi mandati da una delle cugine Cappa riguardo agli esiti del primo processo. «Abbiamo incastrato Alberto Stasi», avrebbe scritto Paola ad un amico, con riferimento alla condanna dell’allora fidanzato di Chiara Poggi, che sta finendo di scontare la pena di 16 anni di carcere per l’assassinio della ragazza .
Cosa succede oggi
Oggi venerdì 16 maggio, a Palazzo di Giustizia, a Pavia, si svolge l’incidente probatorio con il conferimento degli incarichi ai consulenti della Procura che dovranno stabilire, appunto, se il Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, sia utile e comparabile. Punto su cui c’è stato un grande contrasto tra le parti. A conferire l’incarico, e poi a stabilire il quesito di ricerca, è la gip Daniela Garlaschelli. Si tratta di un passaggio indispensabile perché riguarda la formulazione delle domande tecniche a cui dovranno rispondere gli esperti. Tra queste ci sarà sicuramente quella principale che riguarda l’utilizzabilità del materiale genetico, o meglio delle sue analisi realizzate all’epoca delle indagini, ritrovato intorno alle unghie di Chiara Poggi. Se l’esito sarà positivo, si procederà alla comparazione con il Dna dell’unico indagato, al momento, del nuovo filone d’inchiesta, cioè Andrea Sempio. Verranno poi fatti altri accertamenti genetici su una lunga lista di tracce e reperti ritrovati e alcuni dei quali mai analizzati perché mai ritenuti fondamentali alle indagini del caso. Tra questi ci sarebbero anche tre impronte senza nome su due cartoni di pizza mangiata da Chiara e Alberto la sera prima del delitto. I periti incaricati, entrambi della Polizia scientifica di Milano, sono il commissario capo Denise Albani e il sovrintendente tecnico dattiloscopista, Domenico Marchigiani. Tutto questo mentre nei giorni scorsi nuove perquisizioni a carico di Sempio e altri, a Garlasco, Voghera e Tromello, in Lomellina, hanno riportato l’attenzione degli investigatori del Nucleo investigativo di Milano, su vecchi scenari.
Le parole del legale di Stasi
Non si è fatto attende il commento del legale di Stasi, l’avvocato Antonio De Rensis, che entrando in procura a Pavia ha detto: «Oggi è una tappa importante ma ce ne saranno altre, anche d’indagine. Noi vogliamo osservare questa inchiesta ancora per molto tempo. L’ipotesi di una revisione in caso di novità per noi è al momento in secondo piano. Vedo che gli inquirenti hanno grande determinazione. Noi ci aspettiamo che questa indagine possa riscrivere questa storia».