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Gideon’s Chariots, Israele lancia una nuova offensiva a Gaza: «115 morti in un solo giorno, i carri armati avanzano nella Striscia»

17 Maggio 2025 - 09:10 Alba Romano
gaza-operazione Gideon’s Chariots aggiornamenti-17-maggio
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Gli obiettivi dell'operazione militare sono la conquista delle città, lo spostamento della popolazione civile verso sud e il blocco degli aiuti umanitari a Hamas

Sono almeno 115, secondo Al Jazeera, i palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza dall’alba di ieri, venerdì 16 maggio. Nelle scorse ore, l’esercito di Israele ha lanciato una nuova offensiva sull’enclave palestinese, ribattezzata Gideon’s Chariots (“I carri di Gedeone”). I media palestinesi riferiscono che diversi veicoli militari blindati israeliani stanno avanzando a sud-est di Deir el-Balah, nella parte centrale della Striscia, sotto la protezione di un pesante fuoco di copertura. Il fuoco di artiglieria dell’esercito di Tel Aviv sta prendendo di mira soprattutto le zone di Abu Holi, Abu al-Ajin e al-Jafarawi a est di Deir el-Balah. Forti esplosioni sono state udite anche nei pressi di Khan Younis, a sud di Gaza.

Netanyahu punta alla «conquista» di Gaza

All’inizio della settimana, il premier Benjamin Netanyahu aveva annunciato l’imminente ingresso forzato dell’esercito per «completare il lavoro e sconfiggere Hamas». Gli obiettivi dell’attacco sono la «conquista» di Gaza, lo spostamento della popolazione civile palestinese verso il sud della Striscia e bloccare le forniture di aiuti umanitari ad Hamas. Il nome dell’operazione viene da un episodio della Bibbia, in cui il condottiero guida 300 soldati torce, trombe e piatti per far credere al nemico di disporre di una grande armata e convincerlo a ritirarsi.

I carri di Gedeone

Su X l’Idf ha dichiarato che le truppe del Comando Meridionale «continueranno a operare per proteggere i cittadini israeliani e realizzare gli obiettivi della guerra». L’agenzia Afp scrive che l’operazione è partita poche ore dopo la conclusione del tour di Donald Trump nel Golfo. L’offensiva su Gaza è ripresa il 18 marzo dopo una tregua di due mesi. Israele ha occupato Gaza dal 1967 al 2005: ora vuole sfollare 2,4 milioni di abitante. Gli attacchi hanno ucciso almeno 100 persone venerdì 16 maggio. Le immagini di France Presse mostrano residenti che piangono in un ospedale di Beit Lahia. Said Hamouda ha affermato che i bombardamenti «hanno preso di mira le case dove dormivano i civili. I bambini urlavano, le porte sono state spalancate. È stata una scena indescrivibile, come se fosse la fine del mondo».

I bombardamenti e la fame

«Chi non morirà nei bombardamenti morirà di fame», dicono i residenti. L’attacco del 7 ottobre ha causato la morte di 1.218 persone sul lato israeliano, in gran parte civili. Delle 251 persone rapite, 57 rimangono a Gaza. 34 sono state dichiarate morte dall’esercito. Secondo gli ultimi dati del ministero della Salute di Hamas le rappresaglie israeliane hanno causato almeno 53.119 morti a Gaza, per lo più civili. La principale associazione israeliana delle famiglie degli ostaggi ha invitato Netanyahu a non perdere «un’opportunità storica» per la liberazione dei loro cari. E a «unire gli sforzi a quelli del presidente Trump». Parlando di «grande preoccupazione alla luce delle notizie sull’intensificarsi degli attacchi [israeliani] a Gaza».

Gli aiuti umanitari

Dal 2 marzo le forze israeliane hanno inoltre bloccato l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza. E gli abitanti sono ora minacciati da una «carestia di massa», secondo diverse ONG. Al termine del suo tour nel Golfo, il presidente Trump, alleato di Israele, ha dichiarato: «Siamo interessati a Gaza. E faremo in modo che la questione venga risolta. Molte persone muoiono di fame». Hamas, il cui attacco senza precedenti contro Israele il 7 ottobre 2023 ha innescato la guerra, ha poi chiesto agli Stati Uniti di fare pressione sul governo di Benjamin Netanyahu affinché consentisse l’ingresso degli aiuti umanitari. La Gaza Humanitarian Foundation, una ONG sostenuta dagli Stati Uniti, ha dichiarato che inizierà a distribuire aiuti umanitari a Gaza questo mese, dopo i colloqui con i funzionari israeliani.

Un milione di palestinesi in Libia

Il presidente degli Stati Uniti sta intanto lavorando a un piano per trasferire in modo permanente un milione di palestinesi dalla Striscia di Gaza alla Libia. Lo riporta l’emittente Nbc citando in esclusiva cinque fonti ben informate a condizione di anonimato. L’Amministrazione Usa ha discusso del piano con la leadership libica, hanno affermato tre fonti sottolineando come il processo sia in fase di valutazione. In cambio del reinsediamento dei palestinesi, l’Amministrazione Usa potrebbe rilasciare alla Libia miliardi di dollari di fondi che gli Stati Uniti hanno congelato più di un decennio fa, hanno affermato tre fonti.

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