La prossima vita di Netflix fra video podcast, l’attacco a YouTube e l’aiuto della intelligenza artificiale


Netflix vuole prendersi tutto. Dopo un primo trimestre 2025 da 10,5 miliardi di dollari di fatturato, e un utile netto di quasi 3 miliardi, il colosso streaming americano non sembra sazio. Dai film alle serie tv, trainate dal successo inaspettato di Adolescence, fino ai primi tentativi – riusciti – di grandi eventi sportivi in diretta: il palinsesto di Netflix è ormai consolidato. E continua, di mese in mese, ad aggiornarsi. Basta aprire l’app (o il sito web) per notare contenuti fino a qualche anno fa impensabili: giochi, podcast, pellicole di animazione e video firmati da creator. Le mire sono chiare: espandersi, mangiare quanto più terreno possibile ai diretti competitor (primo tra tutti YouTube), penetrare quanto più possibile nelle case degli americani e non solo. E, magari, cogliere al volo la possibilità di «raggiungere circa l’80% di tempo televisivo». Che se non è monopolio, poco ci manca.
Le dirette di eventi sportivi: «Vogliamo arrivare in tutto il mondo»
Al momento Netflix occupa l’8% del tempo di visione televisiva di tutti gli Stati Uniti, ha precisato il co-Ceo della piattaforma Greg Peters in una sessione di domande e risposte con la stampa. Un 8% contro il 12% di YouTube che, però, fa ben sperare i vertici del colosso streaming: «Raggiungere l’80% è un’opportunità concreta e immediata». Come fare? Invadere, cautamente ma con forza, tutti i campi che prima di ora Netflix non aveva nemmeno osato avvicinare. È il caso dello sport live, in cui la piattaforma è entrata con prepotenza negli ultimi mesi: i combattimenti della Ufc, il wrestling, il pugilato (si pensi all’incontro tra Mike Tyson e Jake Paul). Ma anche la Formula Uno, il baseball e il football americano. «Voliamo sempre di più concentrarci sui grandi eventi», ha confermato il co-Ceo Ted Saranos. «La diretta è ad oggi una parte relativamente piccola della nostra spesa, ma abbiamo raccolto circa 200 miliardi di ore di visione». L’intenzione è battere il ferro finché è caldo e iniziare a investire sulle live «in tutto il mondo».
L’attacco a YouTube: «Abbiamo il miglior modello del pianeta». Al via il reclutamento dei creator
In quel di Los Gatos, California, la competizione diretta con YouTube è molto sentita. La volontà sembra semplice: imparare a batterli nel loro campo. Da qui la progressiva e intensa azione di reclutamento di video creator, che approdano su Netflix proponendo mini format a puntate molto simili a quelli di cui pullula il social di Google. «Abbiamo il miglior modello di monetizzazione del pianeta per lo storytelling premium», ha affermato con certezza Sarandos. «Riteniamo di essere un servizio più competitivo e migliore rispetto a YouTube per una certa categoria di creatori e per certi tipi di narrazione». Per questo su Netflix iniziano a spuntare prodotti che sembrano stonare con la produzione tradizionale: ne è un esempio Ms. Rachel, in cui una celebre youtuber americana in quattro brevi episodi insegna ai bimbi lettere, numeri, colori e forme. Non solo creator affermati, però. Netflix sta compiendo enormi sforzi per rastrellare «non solo le scuole di cinema e Hollywood» ma tutta la rete in cerca di volti dinamici e freschi. Il patto è un do ut des: «Possiamo aiutare questi creatori a raggiunge un ampio pubblico con molti meno rischi».
Il business dei video podcast: «Presto su Netflix»
Altra frontiera di Netflix è il mondo dei podcast video: «Siamo costantemente alla ricerca di tutti i tipi di contenuti. E il confine tra i podcast video e i talk show ormai sta diventando sempre più labile», hanno insistito i due co-Ceo. L’era dei podcast “solo-cuffietta” sembra ormai al tramonto, e sempre di più è invece diffusa la tipologia dei “talk show dal divano di casa”. Un’opportunità di business che il colosso californiano non ha certo intenzione di farsi scivolare tra le dita: «Sospetto che alcuni di essi arriveranno su Netflix». Stesso discorso per i film di animazione, che starebbero tornando alla ribalta: nove dei dieci titoli più visti sulla piattaforma nel 2024 sono stati proprio cartoni animati. «Vogliamo produrne altri e concederli in licenza», ha annunciato Ted Sarandos. «Possiamo farlo attraverso accordi con Universal, Illumination e Sony». Il prossimo lancio, previsto per la fine del 2027, sarà intitolato In Your Dreams e sarà il primo di una lunga serie di originali Netflix.
I videogame su Netflix e «l’ultima stagione» di Squid Game
Un po’ sulla stessa falsariga anche la strategia per i videogiochi, in cui è prevista un’implementazione dell’offerta rivolta ai bambini con l’uscita di un videogame su Peppa Pig. Dall’altra parte, invece, Netflix continuerà a insistere sui due rami che stanno finora pagando i maggiori dividendi. In primo luogo i giochi narrativi coinvolgenti. Si pensi ad esempio a Squid Game Unleashed, basato sulla serie coreana e che avrà un aggiornamento dedicato in corrispondenza dell’uscita dell’«ultima stagione» del successo. In secondo luogo, i videogame basati sui più noti prodotti tv: è il caso di Thronglets, ispirato a Black Mirror, o di Grand Theft Auto, o meglio GTA. Una ulteriore aggiunta futura saranno i party game, giochi da tavolo trasferiti in digitale che permettono una partecipazione di gruppo tutta nuova.
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale: «Risparmiamo, e la qualità migliora del 10%»
L’aumento, e la sempre maggiore differenziazione, della produzione hanno però necessità di strumenti di supporto sempre più avanzati. E proprio qui entra in campo l’intelligenza artificiale, quella stessa AI a cui produttori e registi avevano dichiarato guerra perché pericolosa per il futuro dell’industria cinematografica. «Usiamo già l’AI per preparare i set, preparare le sequenze, pianificare gli impegni… insomma, tutto ciò che può migliorare il processo di produzione», ha ammesso Sarandos. Ma l’intelligenza artificiale sta entrando sempre di più nello schermo: «James Cameron parlava di film più economici del 50%. Io aggiungo che saranno anche migliori del 10%». Ed è anche in quest’ottica che il futuro di Netflix passerà sempre di più dai server dell’intelligenza artificiale: «Solo cinque anni fa usavamo una tecnologia di de-invecchiamento molto all’avanguardia e costosa. Oggi, utilizzando strumenti basati sull’AI, siamo riusciti a farlo a una frazione di quel costo». Ed è anche per questo che Netflix è decisa ad estendere l’uso dell’intelligenza artificiale a molti progetti, anche a quelli «a basso budget».