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Migranti, rinviato a giudizio l’equipaggio della Mare Jonio. Casarini: «Processo ai soccorsi»

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Gli imputati devono rispondere del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, aggravato dal trarne profitto. Il procedimento per un'operazione del 2020

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Ragusa, Ivano Roberto Schininnà, ha disposto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati coinvolti nel caso della nave umanitaria Mare Jonio dell’Organizzazione non governativa (Ong) Mediterranea Saving Humans. Dovranno rispondere dell’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con l’aggravante di averne tratto un presunto profitto economico. Oltre al comandante dell’imbarcazione, Pietro Marrone, andranno a processo Alessandra Metz, legale rappresentante della società armatrice “Idra Social Shipping”, Giuseppe Caccia vicepresidente della Idra e capo missione, Luca Casarini, fondatore di Mediterranea Saving Humans, e tre componenti dell’equipaggio, ovvero la dottoressa Agnese Colpani, il soccorritore Fabrizio Gatti e il tecnico a bordo, Geogios Apostolopoulos. «Non ci faremo spaventare da nessuno», ha dichiarato Casarini, respingendo le accuse. «Diventerà un processo all’omissione di soccorso».

Il procedimento

Il procedimento nasce da un’operazione avvenuta nel settembre 2020, quando 27 naufraghi furono trasbordati dalla nave cargo danese Etienne Maersk alla Mare Jonio, che successivamente li fece sbarcare a Pozzallo (Ragusa). Due mesi dopo il salvataggio, la società Maersk versò 125 mila euro alla “Idra Social Shipping”. Di qui l’aggravante di avere tratto profitto dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. All’epoca dei fatti, la società danese smentì l’esistenza di un accordo economico preventivo con la Ong. Maersk aveva, infatti, chiarito che il versamento a favore di Mediterranea era stato deciso solo successivamente, come gesto di sostegno volontario, avvenuto dopo un incontro pubblico. La prima udienza del processo si terrà il 21 ottobre prossimo davanti al tribunale di Ragusa.

«Oggi c’è stata la piena volontà di processare i soccorsi»

«Non ci faremo intimidire – prosegue Casarini -. Abbiamo salvato 27 persone abbandonate in mare per 38 giorni. Questo processo sarà l’occasione per chiedere conto alle istituzioni del perché siano rimaste in balia delle onde così a lungo». Anche la difesa annuncia battaglia: «Nel corso delle indagini preliminari sono state utilizzate delle intercettazioni tra noi avvocati difensori e i nostri assistiti – spiega la legale dei 7 componenti della Ong, Serena Romano – cercheremo di capire come mai questo provvedimento sia stato ritenuto valido». L’avvocata ha fatto inoltre sapere che intende chiamare a testimoniare i vertici della Maersk e i naufraghi soccorsi. «Dimostreremo che non c’è stato alcun accordo economico. Poi – conclude la legale – porteremo in aula anche i naufraghi per raccogliere la loro testimonianza. Questo è un processo ai soccorsi, oggi c’è stata la piena volontà di processare i soccorsi».

Foto copertina: ANSA / CIRO FUSCO | La nave Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans ormeggiata nel porto di Napoli a disposizione di visite guidate, 7 febbraio 2025

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