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Caso Paragon, Luca Casarini: «Conte mi ha spiato dal 2019? Chieda scusa e ammetta l’errore»

28 Maggio 2025 - 09:40 Ugo Milano
luca casarini
luca casarini
La lunga riflessione del capomissione di Mediterranea Saving Humans sulla sorveglianza subita e sulle sue potenziali implicazioni politiche

«Quando ho saputo che Giuseppe Conte aveva disposto la nostra sorveglianza usando i servizi segreti fin dal 2019, ammetto che mi e’ dispiaciuto». Inizia così una lunga riflessione di Luca Casarini, il capomissione di Mediterranea Saving Humans, in merito alla sorveglianza subita attraverso uno spyware dell’azienda israeliana Paragon. «Ricordo ancora qualche mese fa il dirigente della cybersicurezza, durante la deposizione in merito all’ultimo caso, Paragon, che candidamente ammetteva “a te ti abbiamo sempre spiato”. Ma mi è dispiaciuto che la destra di governo, che sta anche approvando il famigerato decreto sicurezza, possa usare questa cosa per trovare l’alibi migliore possibile: lo fanno tutti, mica solo noi», scrive su Facebook.

Le «colpe» di Giuseppe Conte

«Se Conte ci ha fatto spiare, a noi di Mediterranea, fin dal 2019, non é stato perché le nostre biografie sono di quelle non proprio simpatiche al potere politico di ogni provenienza. Ma per il soccorso in mare. Era il periodo d’altronde, della teoria dei ‘taxi del mare'”», prosegue Casarini. L’attacco poi va diretto a Giuseppe Conte. «Quello che doveva far fuori la “casta” in Italia, e si ritrova ad essere oggi uno dei più grandi imboscati e garantiti, con stipendio d’oro, membri della casta europea. E quel “Giuseppi” di allora, stava al governo con il gatto e la volpe, al secolo Salvini e Piantedosi. […] Fu Conte il primo a metterci addosso i servizi segreti. Firma sua», scrive.

Casarini, nel suo lungo post di riflessione, si dice sicuro che «se la destra adesso gli chiuderà la bocca in Parlamento quando si proverà a dire che usare i servizi segreti contro attivisti, oppositori politici e giornalisti, è roba da regime, qualcun altro dirà “ma lo facevano anche quelli prima di me”». Per questo, è preoccupato che «quelli pericolosi che sono al governo, trovino una via d’uscita sbeffeggiando uno dei capi dell’opposizione in Parlamento, sostenendo che si era dentro una “notte in cui tutte le vacche sono nere”».

Il possibile incontro con Conte e le scuse mai fatte

Casarini fa sapere di aver chiesto un incontro a Conte per aprire una riflessione con lui sui diritti, le libertà e il rischio di uno stato di polizia. Ma, incalza, «per farlo Conte dovrebbe ammettere che ha sbagliato. Ma fare questo, chiedere scusa, ammettere l’errore, addirittura fare dell’errore un’arma per il cambiamento e non qualcosa da insabbiare “speriamo che se ne scordino”, per la casta, è davvero difficile, mi rendo conto. Impossibile può darsi». Qui, la chiusa del suo discorso: «Se uno non riesce ad ammettere che ha sbagliato, profondamente sbagliato, se uno non riesce mai a chiedere scusa, vuol dire che il potere non può usarlo. Perché gli fa male, e soprattutto rischia di far male agli altri».

Foto di copertina da Facebook

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