Alessio Tucci: chi è il 18enne che ha ucciso l’ex fidanzata Martina Carbonaro


Alessio Tucci ha ucciso Martina Carbonaro. Poi, «consapevole del delitto commesso», ha cercato di nascondere il cadavere. E ha finto di aiutare la madre della vittima nelle ricerche «e persino nel rassicurarla». È il ritratto del reo confesso nel decreto di fermo che l’ha portato in cella con le accuse di omicidio aggravato e occultamento di cadavere a raccontare il 18enne che ha lasciato la scuola al secondo anno delle superiori per diventare muratore. Secondo di quattro figli, tifoso del Napoli, ha «scatenato» contro Martina «una forza micidiale, colpendola ripetutamente con una pietra». Poi ha mentito alla madre di lei, ai suoi genitori, ai carabinieri.
Il femminicidio di Martina Carbonaro e le bugie
Persino con il pubblico ministero ha mantenuto la sua linea: «Ci siamo visti, è vero. Abbiamo fatto una passeggiata. Poi l’ho salutata e sono tornato a casa. Quando sono andato via, lei era ancora viva». Solo dopo un’ora e con l’assistenza dell’avvocato Mario Mangazzo ha confessato. Lo ha fatto quando gli hanno mostrato il video delle telecamere di sorveglianza dell’ex stadio Moccia di Afragola. Dove lo si vede camminare con lei. Dice di non aver programmato nulla. «Martina non voleva più stare con me. Ci ho provato e riprovato a convincerla. Le ho detto che dovevamo tornare insieme. Lei non voleva saperne, era irremovibile», spiega. Eppure ha cercato di disfarsi dei vestiti sporchi di sangue.
I post sui social
Sui social network qualche giorno fa parlava dello scudetto del Napoli: «Quanto sarebbe bello festeggiarlo con la persona che ti manca attualmente». E gli hashtag: «Amori persi», «per te». Martina, però, «era giovane, ma molto risoluta». I due si erano fidanzati quando lei aveva 12 anni e mezzo (lui aveva cinque anni di più). «Ti prometto che ti amerò per sempre anche quando saremo arrabbiati e delusi. Se qualcuno dovesse chiedermi cosa mi piace di te, parlerei del potere dei tuoi occhi», scriveva. «Non sono brava con le parole, specialmente con te, ma sto cercando di cambiare. So che ti ho deluso, ma farò in modo da farti fidare di me», aggiungeva.
Lo schiaffo
Alessio una volta la picchia. Le dà uno schiaffo. A quel punto davanti alla yogureria dove si davano appuntamento Marty (così la chiamavano) dice ad Alessio che la loro storia è finita. Le telecamere raccontano il resto della storia. Alessio la segue, lei lo ignora, lui si mette le mani sul volto. A quel punto lei torna indietro e si siede vicino a lui. Da via Matteo Imbriani, passa per corso Garibaldi e arrivano insieme all’ex stadio. Sono le 21,07 del 26 giugno, il cellulare di Martina viene agganciato dalle celle di zona per l’ultima volta. «I genitori esprimono vicinanza al dolore dei familiari della povera Martina. Alessio era molto provato dalla fine della relazione, non dormiva più. Mai avrebbero pensato che potesse macchiarsi di un simile crimine», dicono i genitori.
«Sapeva ciò che stava facendo»
Gli inquirenti pensano che Tucci abbia programmato tutto. Abbia chiesto a lei di tornare insieme ben consapevole che se lei non avesse accettato allora lui l’avrebbe uccisa. Dopo averla colpita con una pietra ha nascosto il corpo ed è tornato a casa per farsi una doccia. Poi, dal giorno successivo, ha collaborato alle ricerche. Ha pianto davanti ai genitori di lei. Ha mentito sino all’ultimo. «Stanotte non si dorme, dobbiamo trovare Martina», ha detto al padre. Sul telefono Martina aveva memorizzato Alessio come «Il mio principe». Enza Cossentino, 47 anni, dice oggi in un’intervista a Repubblica che la madre di Tucci «è venuta una settimana fa sotto casa mia e mi ha detto: “Guardati tua figlia che succede qualcosa”. Ed è successo: me l’hanno uccisa».
Enza Cossentino
La donna dice che non sa cosa intendesse la madre dell’assassino: «Forseintendeva che avrei dovuto tutelare mia figlia quando la facevo uscire. A questo punto devo pensare che avrei dovuto proteggerla da suo figlio. Il mostro». Martedì sera ha visto lui durante le ricerche: «Era tranquillo, collaborava. Mi ricordo che disse: “Questa è un’altra notte che non si dorme”. Ha finto, molto. A un certo punto gli ho chiesto: “Le hai fatto qualcosa”? Ma lui ha negato: “Non l’ho toccata proprio”. Poi ha aggiunto: “L’ho salutata e sono andato a casa a farmi una doccia”. È stato in quel momento che mio marito ha pensato: “Ma perché si è fatto una doccia? Per lavare il sangue”?».
Istinto materno
Lunedì sera Enza ha chiamato Martina intorno alle 20,30: «La prima volta non mi ha risposto. Poi mi ha richiamato e le ho chiesto. “Stai tornando”. E lei: “Sì, sto tornando”. Ho telefonato una terza volta e ho avuto come la sensazione che lui le avesse strappato il telefono dalle mani. Poi non ha risposto più. Ho capito che stava mentendo quando non ho visto più mia figlia. Ho pensato subito a lui. Istinto materno». Non si erano proprio lasciati, spiega lei, «però mia figlia non lo voleva più. Due settimana fa è venuto qua, ha pranzato con noi. Piangeva, le lacrime sembravano sincere. Invece adesso tornerò a casa e troverò la stanzetta di Martina vuota».
«Sei la persona con cui voglio invecchiare»
«Nel profondo del mio cuore sto cambiando per te, per essere una persona migliore. Sei la persona che voglio sposare e la persona con cui voglio invecchiare. Sei la persona con cui voglio creare una famiglia e vedermi sposata», scriveva Martina su Facebook secondo quanto riporta il Corriere della Sera. «Prometto che ti amerò anche quando saremo arrabbiati, confusi e delusi. Io ti prometto che ti amerò sempre». «Se mi chiedessero cosa mi piace di te, non saprei da dove iniziare per formulare una risposta. Inizierei a raccontare del potere dei tuoi occhi di farmi tremare il cuore e l’anima, passerei alla forza del tuo sorriso che magicamente fa passare ogni male. Arriverei alla dolcezza del tuo petto su cui mi appoggio per sentire il tuo calore e il tuo cuore…».