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Sempio e gli amici al telefono nel giorno del delitto a Garlasco, i contatti ignorati finora. L’amico suicida e il santuario degli scandali: l’addio inquietante

03 Giugno 2025 - 13:09 Cecilia Dardana
garlasco chiara poggi andrea sempio
garlasco chiara poggi andrea sempio
Entrano nel nuovo filone di indagini i contatti telefonici tra il nuovo indagato per la morte di Chiara Poggi e i suoi amici, tra cui il fratello della vittima. Tabulati finora mai presi in considerazione

Tra i vari punti irrisolti del primo filone di indagini sul delitto di Chiara Poggi, c’è il fatto di non aver mai acquisito i tabulati telefonici di Andrea Sempio, oggi indagato, di Marco Poggi, il fratello della vittima, e dei loro amici. Contatti su cui si stanno concentrando le nuove indagini della Procura proprio perché, pur non essendo nei verbali (perché nessuno ne ha fatto cenno), come riporta il Corriere della Sera, sono stati registrati dalle celle telefoniche di Garlasco quel 13 agosto 2007. Ma quella dei contatti telefonici è una matassa difficile da sbrogliare, su cui hanno già tentato di fare luce le indagini di 18 anni fa, con scarsi risultati.

I contatti con le gemelle Cappa

Innanzitutto i contatti tra Chiara Poggi e le gemelle Paola e Stefania Cappa. In particolare Stefania, che dice di aver chiamato la cugina il 12 agosto, cioè il giorno prima del delitto. Telefonata che però dai tabulati non risulta. Stefania ha raccontato anche di essersi avvicinata molto alla cugina dopo maggio 2007: «Ci vedevamo quasi tutti i giorni». Ma i contatti telefonici non confermano questa affermazione, proprio perché non sembrano così assidui. E nelle verifiche incrociate, i vari amici dicono di non aver mai saputo di un rapporto stretto e molti neppure dell’esistenza delle cugine.

La relazione dei carabinieri

Ecco perché già il 6 giugno 2008, cioè quasi un anno dopo l’omicidio di Chiara Poggi, la nota dei carabinieri di Vigevano esclude un coinvolgimento delle cugine nel delitto. «Come emerso da tutte le dichiarazioni dei testimoni ed i dati dei tabulati telefonici – recita la nota -, non vi era tra Chiara e le gemelle Cappa quella morbosità, quella continuità dei rapporti, quella costanza nella presenza, e quindi, più in generale, non esisteva un ambiente fertile in seno al quale potesse nascere e covarsi un sentimento di odio e di invidia così forte, intenso, e così brutale, da spingere, in qualche modo, una delle due donne della famiglia Cappa ad uccidere Chiara con quella violenza». Vien da chiedersi allora perché Stefania abbia raccontato il contrario.

Le frequentazioni di Chiara Poggi e Alberto Stasi

La procura ha quindi cominciato a scavare tra le frequentazioni di Chiara Poggi e Alberto Stasi, che oggi sta scontando 16 anni di condanna in carcere dopo una sentenza definitiva. All’epoca fidanzati, i due sembra avessero frequentazioni molto regolari e limitate. Non risultano stranezze, all’apparenza. Perché le dichiarazioni, a verbale, di colleghe e amiche di Milano raccontano invece una storia diversa. C’è chi giura che Chiara avesse «due cellulari», uno «di piccole dimensioni e apribile»; chi parla di piccoli «intrallazzi» con un altro ragazzo. Suggestioni alle quali le indagini non sono riuscite a venire a capo.

Il santuario della Bozzola e gli scandali sessuali

Così come sotto la lente degli inquirenti ci sarebbero le frequentazioni di Chiara Poggi al Santuario della Bozzola, oggi al centro dell’inchiesta per il caso del ricatto a sfondo sessuale ai danni dell’ex rettore don Gregorio Vitali. I genitori della ragazza hanno smentito che la figlia frequentasse quel luogo. Di diverso parere l’avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati: «È andata per la festa del lunedì di Pasqua. Come tanti altri». Anche alcuni testimoni sono sicuri di aver visto Chiara Poggi frequentare il santuario. Tant’è che una delle ipotesi di movente, secondo Lovati, sarebbe che la giovane aveva scoperto qualcosa che non avrebbe dovuto sapere e qualcuno l’ha uccisa per tapparle la bocca.

Il suicidio di Michele Bertani, amico di Sempio

Tra gli altri misteri sui cui inquirenti potrebbero far luce, poi, c’è anche il suicidio, nella primavera 2016, di Michele Bertani, amico di infanzia di Andrea Sempio, ma di un’altra compagnia mai emersa nelle indagini. Bertani si è tolto la vita lasciando uno strano messaggio su Facebook: «La verità non emergerà mai». Anche Bertani avrebbe frequentato il santuario della Bozzola in quegli anni. Nel 2017 Sempio, intercettato in macchina, parla da solo: «Michele si è impiccato, perché si è impiccato? Che tutte le caz… le abbiamo fatte insieme dai zero ai diciotto anni».

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