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Afragola, l’addio in lacrime a Martina Carbonaro. La corona di fiori di Giorgia Meloni e l’omelia: «Non chiamatelo raptus» – I video

04 Giugno 2025 - 18:36 Alba Romano
Il feretro della giovane accolto davanti alla Basilica da un’ovazione carica di rabbia e commozione, poi i cori: «Giustizia» e «Martina sei la figlia di tutti noi»

In migliaia si sono radunati oggi, mercoledì 4 giugno, ad Afragola (Napoli) per l’ultimo saluto a Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dal suo ex fidanzato Alessio Tucci. Il feretro della giovane è stato accolto da un’ovazione carica di rabbia e commozione. «Giustizia» e «Martina sei la figlia di tutti noi» sono stati i cori levatisi tra la gente davanti alla Basilica della cittadina, dove si sono svolte le esequie. Alcune persone presenti hanno inoltre inveito contro il giovane reo confesso del femminicidio, dalla scorsa settimana rinchiuso in carcere in attesa del processo. In chiesa, stretti attorno alla famiglia di Martina, anche i suoi compagni di scuola, visibilmente scossi. Molti indossavano una maglia bianca con il volto della ragazza stampato e la scritta «Martina vive». Tra i segni di cordoglio anche una corona di fiori inviata dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il sottosegretario Pina Castiello e il prefetto di Napoli, Michele di Bari.

L’arcivescovo: «Questo è il frutto di un’educazione fallita»

I funerali, presieduti dal cardinale Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, si sono tenuti nella Basilica Pontificia di Sant’Antonio di Padova. Per l’intera giornata il sindaco di Afragola, Antonio Pannone, aveva proclamato il lutto cittadino. «Oggi, accanto al dolore, io sento il dovere di dire “basta”: basta parole deboli. Basta giustificazioni», ha detto l’arcivescovo nell’omelia. «Martina è morta per mano della violenza. È morta per mano di un ragazzo che non ha saputo reggere un rifiuto, un limite, una libertà, togliendo il futuro non solo a Martina ma anche a se stesso!». E poi ancora: «È femminicidio. Chiamiamolo con il suo nome. Non è follia. Non è gelosia. Non è un raptus. È il frutto amaro di un’educazione che ha fallito. Di un linguaggio che normalizza la violenza. Di un silenzio colpevole», ha concluso il cardinale Battaglia.

L’autopsia sul corpo di Martina

I primi risultati dell’autopsia sul corpo della 14enne, effettuata ieri – mercoledì 4 giugno – hanno confermato il quadro già emerso dalla consulenza medica preliminare: il decesso di Carbonaro è stato preceduto da un’agonia, contrassegnata dalla sofferenza. Ad effettuare gli accertamenti è stata la dottoressa Raffaella Salvarezza, nominata dalla Procura di Napoli Nord (il sostituto procuratore Alberto Della Valle, che ha coordinato le indagini dei carabinieri). Il corpo di Martina, nascosto da Tucci sotto un vecchio armadio circondato da materiale di risulta e rifiuti, era stato trovato il 27 maggio scorso, dieci minuti dopo la mezzanotte, nel corso del secondo sopralluogo degli investigatori.

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