La vigile uccisa dal comandante, i 17 mila messaggi, il dente spezzato e la costola incrinata: «Incontri sessuali anche in ufficio»


Una relazione «tesa», fatta di tira e molla, ma che non si è mai davvero interrotta quella tra la vigile Sofia Stefani e il suo killer Giampiero Gualandi, ex comandante della polizia locale di Anzola, in provincia di Bologna. Sono le stesse chat tra i due a dimostrarlo, un lunghissimo scambio che dal dicembre 2023 al 16 maggio 2024, giorno in cui la 33enne viene raggiunta da un colpo di pistola nell’ufficio dello stesso Gualandi, si compone di 16.861 messaggi. WhatsApp, Viber e Signal sono i mezzi per comunicare. I due, coinvolti in una relazione extraconiugale e legati da un «contratto di sottomissione sessuale», si scrivono, si chiamano, si videochiamano, si inviano immagini esplicite. E proprio nel momento in cui la relazione sembra doversi rompere, è sempre l’ex comandante 63enne che ridà appuntamento all’amante: «Ho casa libera».
I quasi 17mila messaggi di Gualandi
Una relazione che lui nascondeva alla moglie, lei al compagno. Ma che la moglie dell’ex comandante aveva scoperto nell’aprile 2024, tanto da arrivare a contattare telefonicamente l’amante del marito comunicandole di smetterla di «importunare» il marito perché lui non ne voleva più sapere di lei. Dalle chat, lette in aula durante il processo in Corte d’assise a Bologna, emerge una verità completamente diversa. Non solo Gualandi vuole continuare a vedere la sua collega, ma è lui stesso che la coinvolge e la invita a casa sua quando lei sta tentando di divincolarsi dalla sua presa. È un rapporto, quello tra Giampiero Gualandi e Sofia Stefani, che l’ex comandante confessa di subire. Si descrive come «logoro», «teso» e dice di «non farcela più». Ma poi, appena la moglie è fuori casa o l’orario della centrale di polizia locale lo permette, è lui a invitare la 33enne.
La costola incrinata di Stefani
Un motel, la casa dell’ex comandante o – più volte – lo stesso ufficio del commissario capo ad Anzola: i rapporti sessuali tra i due si consumavano in diversi posti secondo le esigenze. Gualandi era addirittura solito condividere con l’amante i turni di tutti i vigili in modo che lei potesse sapere quando non c’era nessuno in ufficio. Dagli stessi messaggi, poi, emerge che nel dicembre 2023 il 63enne aveva spezzato un dente e incrinato una costola alla collega: «Che ne dici di farti perdonare oggi per i lividi che mi hai fatto al Maxim?», scrive la 33enne a corredo di una foto del dente ricostruito. E poi: «Confermata costola incrinata. Ma mi hai dato un pugno o mi hai colpito con una mazza da baseball?».
Lo scontro tra moglie e amante e gli screenshot delle chat
L’analisi del cellulare della vittima ha poi permesso di recuperare una serie di screenshot che la vigile aveva fatto per registrare gli scambi di messaggi avuti con il suo superiore. L’intenzione della 33enne, infatti, era dimostrare alla moglie dell’ex comandante che era Gualandi stesso a cercarla. «Sofia è stata accusata ingiustamente di essere una molestatrice», sostiene la procuratrice aggiunta Lucia Russo riferendosi al colloquio telefonico tra le due donne di fine aprile 2024. Poi, due settimane dopo, l’omicidio. Gualandi insiste si sia trattato di un incidente avvenuto «casualmente» durante una colluttazione. Per i pm è omicidio volontario, aggravato dai futili motivi e dal legame affettivo che legava l’ex comandante alla sua collega.