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Villa Pamphili, la neonata potrebbe essere stata strangolata. Caccia al responsabile del duplice omicidio

09 Giugno 2025 - 13:01 Alba Romano
Secondo le ultime rilevazioni, la donna, ritrovata a pochi metri dal corpo della piccola, sarebbe stata uccisa prima. E la bimba potrebbe essere morta la sera prima del ritrovamento

Emergono nuovi elementi sull’orribile scoperta avvenuta a Villa Pamphili, a Roma, dove il corpo senza vita di una bambina di circa sei mesi è stato ritrovato. Secondo le prime ipotesi formulate dagli inquirenti, sulla base dei risultati preliminari dell’autopsia, la piccola potrebbe essere stata strangolata, forse la sera prima del ritrovamento. Nel frattempo, proseguono le indagini con ulteriori sopralluoghi all’interno del parco, mentre si attendono gli esiti degli esami del Dna per accertare l’identità sia della bambina sia della donna trovata morta a circa 200 metri di distanza. Sul corpo di quest’ultima sono stati rilevati alcuni tatuaggi, tra cui un surf con un teschio e un disegno floreale, rilevanti per il processo di identificazione. Secondo quanto ricostruito finora dagli investigatori, anche grazie alle testimonianze raccolte, le due vittime potrebbero essere madre e figlia. Si ipotizza che vivessero all’interno del parco, trovando riparo per la notte in rifugi di fortuna. Sono attualmente in corso anche gli esami tossicologici sul corpo della donna.

Il racconto dei testimoni

«Abbiamo visto un uomo con un fagotto in mano non lontano dal luogo in cui è stata trovata la bambina». È il racconto di alcuni testimoni che potrebbero portare a una svolta nell’indagine sulla donna e sulla neonata. Si tratta di un gruppo di ragazzi che si trovava nel parco venerdì sera, ovvero il giorno prima rispetto a quello del ritrovamento dei cadaveri. L’uomo sembrava uno dei tanti frequentatori. Le due sarebbero madre e figlia, originarie dell’est: molto probabilmente la 40enne è una cittadina romena. Anche l’uomo ricercato verrebbe dalla Romania. «Erano in tre, una donna giovane che avrà avuto tra i 30 e i 40 anni, con una bambina bionda e con la pelle candida come un angioletto, e poi un uomo, anche lui giovane e magro, con il pizzetto», dice un’altra testimonianza.

La recinzione

Secondo i primi risultati dell’analisi sui corpi la donna è morta quattro ore prima della bambina, che avrebbe circa 6 mesi. L’omicida avrebbe poi caricato la donna in un sacco nero e per abbandonarla ha scavalcato una recinzione di Villa Pamphili da tempo danneggiata a causa di un incidente d’auto a marzo. Una sua impronta è stata rinvenuta nel sacco. Il corpo della donna era in stato di avanzata decomposizione forse perché rimasto al sole dentro un sacco nero. Gli investigatori dello Sco, coordinati dal pm Antonio Verdi e dall’aggiunto Giuseppe Cascini hanno ricostruito che la donna era a ridosso dell’inferriata che affaccia su via Leone XIII, poco più avanti rispetto all’apertura divelta.

La bambina

La bambina invece si trovava più verso l’interno, dove si arriva attraversando i viali. Il corpo aveva lividi ed escoriazioni, di cui una al volto. È il Messaggero a citare il gruppo di ragazzi che ha raccontato alla polizia dell’uomo. Si tratterebbe di un nucleo familiare composto da tre persone che abitava in una tenda all’interno del parco da tre settimane. La donna e la bambina sono morte in momenti diversi. Le impronte della donna non hanno portato a un nome perché non erano presenti nelle banche dati della polizia. Un’altra testimonianza è citata dal Corriere della Sera: «Abbiamo visto un uomo, barcollava e aveva qualcosa tra le braccia, tipo un fagottino». E ancora: «Ci era sembrato strano quel tipo, camminava un po’ storto».

Il giorno successivo

Hanno chiamato il 112 il giorno dopo: «Abbiamo pensato di dover segnalare quello che avevamo visto, poteva avere la bambina tra le braccia, un pensiero che ci ha inorriditi». Un altro clochard: «Conosco le vittime, padre, madre e figlia vivevano nel parco da circa tre settimane». E ancora: «Vivevano accampati, nascosti tra i cespugli, ma ci ho scambiato poche parole, credo siano dell’est Europa». Secondo i racconti di chi le ha incontrate la madre della piccola aveva qualche problema di salute. Sui corpi è stato disposto l’esame tossicologico. Nessuna violenza sessuale e lesioni.

Il cuscino

Vicino alla donna c’era un cuscino. I profili genetici sono stati prelevati durante le autopsie. Le due «sono entrambe bionde, un particolare che fa pensare che ci sia un legame tra le vittime e i loro tratti somatici sono molto vicini a quelli dell’Est Europa. La logica ce lo suggerisce, ma aspettiamo gli esiti scientifici. In ogni caso abbiamo fatto vedere le foto di entrambe a chi frequenta il parco», spiega un inquirente a Repubblica. I frame delle telecamere di un bistrot all’interno del parco e delle strade che costeggiano la villa potrebbero rivelare il volto dell’uomo. Sul motivo della nudità di entrambe «si possono fare diverse ipotesi. Per esempio che stavano dormendo quando sono state uccise e si erano spogliate per il caldo. Oppure chi le ha lasciate lì ha tolto loro i vestiti nel maldestro tentativo di cancellare delle prove».

Il percorso

Secondo gli inquirenti i tre entravano dall’ingresso abusivo di via Leone XIII. Poi potrebbe aver percorso la strada, prendere viale Rosa Luxemburg e arrivare in viale Vittoria Nenni. Sono 500 metri, ovvero 7 minuti a piedi. Attraverso la vegetazione invece sarebbero 4 minuti.

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