Referendum sulla cittadinanza, Baldino (M5S): «Nessun pentastellato nostalgico dei decreti sicurezza del Conte 1 dietro il flop del quesito» – Video
Sul primo quesito referendario – quello sui licenziamenti – gli elettori del Movimento 5 Stelle hanno votato in massa per il “Sì”. Ma sul quinto, quello sulla cittadinanza, lo scenario si è capovolto: a prevalere è stato il “No”, soprattutto al Nord. A Milano, per esempio, solo il 39% degli elettori che alle Europee del 2024 avevano votato i 5 Stelle ha confermato il “Sì”, mentre il 61% ha barrato la casella del “No”. A rivelarlo è l’analisi dei flussi elettorali realizzata dell’Istituto Cattaneo, pubblicato all’indomani dello spoglio. E’ quindi probabile che tra i “No” che hanno affossato il referendum sulla cittadinanza – promosso da +Europa – si nasconda qualche nostalgico dell’epoca giallo-verde: il fu governo Conte 1. Proprio quell’Esecutivo che, su spinta di Matteo Salvini, fece approvare il decreto sicurezza: un pacchetto che inaspriva le politiche migratorie, e prevedeva – tra le varie misure – il blocco delle navi Ong impegnate nei soccorsi in mare di migranti. Il famoso caso Open Arms è figlio di quel periodo. Dietro il flop c’è lo zampino dei 5 Stelle? «No, io non credo. Abbiamo ormai definito la nostra area politica di riferimento, nelle nostre azioni politiche sia dentro i palazzi che fuori. Quindi no. Sensibilità individuali». A parlare è la deputata pentastellata Vittoria Baldino che ha risposto ad alcune domande di Open sul risultato dei referendum, mentre nella piazza di Montecitorio è in corso una manifestazione Pro Gaza.
La proposta sullo Ius Scholae
Baldino è la prima firmataria della proposta di legge dell’opposizione sullo Ius Scholae, che mira a estendere il diritto alla cittadinanza italiana anche a chi è nato in Italia da genitori stranieri, o vi è arrivato entro il dodicesimo anno di età, a condizione che abbia frequentato almeno cinque anni di scuola in un istituto nazionale riconosciuto.