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Daniela Gaiani non si è uccisa, svolta dopo 5 anni. A processo il marito che «voleva stare con l’amante». Gli errori di Leonardo Magri dietro la nuova indagine

11 Giugno 2025 - 18:46 Ugo Milano
daniela gaiani leonardo magri omcidio bologna
daniela gaiani leonardo magri omcidio bologna
Trovata morta impiccata nel suo letto nel settembre 2021 nella sua casa nel Bolognese. Per gli inquirenti si era trattato di un suicidio. Ora il marito è accusato di omicidio aggravato

Ha inscenato il suicidio della moglie, soffocandola con un nastro e sostenendo di averla trovata impiccata. Ha mentito, raccontando due versioni differenti all’amante e agli inquirenti e parlando della depressione della moglie Daniela Gaiani, trovata morta nel suo letto il 5 settembre 2021 a Castello d’Argile, in provincia di Bologna. Andrà a processo Leonardo Magri, marito della vittima, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla relazione sentimentale e dai futili motivi. Secondo gli inquirenti, avrebbe voluto liberarsi della 58enne per poter «portare avanti in piena libertà» una relazione extraconiugale con una donna più giovane.

Il dettaglio del pacchetto di sigarette e l’omicidio

Una lunga serie di «stranezze e irregolarità» ha aperto la strada a nuove indagini, che hanno deviato completamente dall’ipotesi di suicidio. A partire dal pacchetto di sigarette aperto al contrario, dalla parte del tabacco: un «errore» che un’accanita fumatrice come la vittima Daniela Gaiani non avrebbe mai commesso e che il marito, non fumatore, avrebbe potuto benissimo fare. Soprattutto alla luce del fatto che, come raccontato dallo stesso imputato, quella sera lui era uscito a comprare le sigarette per la moglie ed era tornato a casa per consegnargliele. Poi l’aggressione, strozzando la moglie con un nastro gros grain e fingendo poi che si fosse impiccata alla spalliera del letto. Una modalità atroce di morte confermata dalla seconda autopsia, che ha spiegato che la morte è avvenuta per strangolamento e non per asfissia meccanica.

Cosa non torna della versione del marito

Ci sono numerosi altri elementi di sospetto. Innanzitutto la corda, su cui non si trovarono segni di tensione né nodi. Poi il dislivello tra testiera e posizione del corpo, nonché il braccio della vittima che, trovato in una posizione innaturale, smentiva la naturale posizione distesa post mortem. Di qui il sospetto di uno spostamento di cadavere, una ipotesi a cui gli inquirenti sono arrivati anche incrociando alcune testimonianze. Leonardo Magri aveva infatti raccontato agli investigatori di essere uscito nuovamente dopo aver consegnato le sigarette alla moglie e di essere rientrato molto tardi. A quel punto, dopo essersi coricato, non si sarebbe accorto che la donna fosse morta prima della mattina seguente. L’amante, al contrario, parlando intercettata con un’amica avrebbe detto: «Prima (Leonardo Magri, ndr) mi ha detto di averla trovata sul divano, poi ha raccontato del letto».

La presunta depressione di Daniela Gaiani e il mix di alcol e psicofarmaci

Il letto stesso, largo solo 140 centimetri, rendeva poco credibili le parole del 64enne, troppo stretto per ospitare entrambi i coniugi. Un ultimo elemento ha spinto l’accusa a chiedere e ottenere il rinvio a giudizio: il mix di alcol e psicofarmaci di cui abusava la donna e che l’avrebbe stordita al punto da farle perdere la lucidità e da «renderle oggettivamente impossibile uno strangolamento autonomo». Una depressione di cui il marito ha ampiamente parlato, dicendo anzi che si trattava della secondo tentativo – questa volta «riuscito» – della donna di togliersi la vita. L’uomo, imputato ma a piede libero, si è sempre dichiarato innocente.

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