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Il presidente della Consulta e la riforma del referendum: «Abbassiamo il quorum e alziamo il numero di firme»

11 Giugno 2025 - 09:06 Alba Romano
giovanni amoroso corte costituzionale referendum
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Giovanni Amoroso: per farlo ci vuole una legge costituzionale

«L’astensione può essere frutto di preoccupante disinteresse per l’istituto, che invece va difeso per aver contribuito negli anni alla crescita del Paese, e per essere espressione diretta della volontà popolare». A dirlo è il presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale definisce il referendum «un istituto importante del nostro ordinamento, espressione di democrazia diretta», che «non è mai un ‘fallimento’».

L’astensione

Per evitare che le astensioni ‘motivate, sommate al calo fisiologico di affluenza alle urne, rendano impari la partita referendaria, secondo Amoroso «si potrebbe abbassare il quorum. Ma ci vorrebbe una legge costituzionale che, per bilanciare ciò, dovrebbe anche innalzare il numero di firme necessarie per proporre il quesito referendario. Si tratta di uno strumento di democrazia diretta molto delicato, sul quale eventuali interventi andrebbero ben ponderati, magari in un contesto di riforma costituzionale».

Sulle accuse alla Consulta da parte di esponenti del governo di emettere «sentenze politiche e di partito, cioè di parte», arrivate dopo le ultime pronunce sulla procreazione medicalmente assistita, Amoruso replica: «Quelle della Corte non sono mai sentenze politiche o di parte. La Corte ha una composizione mista di giudici di varia estrazione — magistrati, professori universitari, avvocati — che ragionano con il linguaggio del diritto senza contrapposizioni di parte, riuscendo di norma a trovare una soluzione unanimemente o ampiamente condivisa».

L’ultima sentenza

Riguardo alla recente sentenza sulla filiazione in caso di coppia omosessuale femminile, Amoroso ricorda che «a fronte di un caso analogo nel 2021 aveva invitato il Parlamento a colmare questo deficit di tutela, ma ciò non è avvenuto».

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