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Garlasco, i reperti della villetta in mano ai periti. L’ex capo del Ris Garofano: «Ecco perché le analisi del Dna potrebbero essere fuorvianti»

12 Giugno 2025 - 20:29 Cecilia Dardana
garlasco chiara poggi omicidio tre persone impronta sangue
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Le buste consegnate dalla procura verranno aperte il prossimo 17 giugno, quando prenderanno il via gli accertamenti irripetibili. La cautela del consulente di Sempio

È cominciata a Milano la fase preliminare dell’incidente probatorio disposto dal gup di Pavia, Daniela Garlaschelli, nell’ambito della nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi nella quale è indagato Andrea Sempio. Questa mattina sono entrati nella caserma di via Moscova a Milano, per la consegna dei reperti da analizzare, i periti nominati dalla giudice, la genetista Denise Albani e Domenico Marchigiani, e tra gli altri i consulenti di difesa e parte civile della famiglia Poggi, Luciano Garofano e Marzio Capra. I periti hanno ritirato le buste che verranno aperte il prossimo 17 giugno, quando prenderanno concretamente il via gli accertamenti irripetibili.

I risultati delle analisi

Si tratta di una tappa importante in vista dell’incidente probatorio, che tenterà di fare luce su una vicenda che si pensava conclusa e che invece è stata riaperta 18 anni dopo. «Parlare oggi di importanza dei reperti è inutile. Facciamo le analisi e vediamo se aggiungeranno elementi importanti, o invece se sarà confermato quanto è già emerso da una sentenza passata in giudicato», smorza però le attese il generale Luciano Garofano, ex comandante dei Ris e oggi consulente della difesa di Andrea Sempio, che nel pomeriggio ha assistito al ritiro dei reperti. «Le tecniche di analisi del Dna hanno aumentato moltissimo la loro sensibilità – aggiunge Garofano -. Può darsi che alcuni risultati saranno diversi, nel senso che aggiungeranno altro rispetto a quanto è già emerso. Gran parte dei risultati saranno confirmatori rispetto al profilo della povera Chiara; magari ne usciranno altri. Ma attenzione, tutti i risultati andranno interpretati con grande cautela, perché noi potremmo evidenziare tracce di persone che hanno frequentato quell’ambiente e che non hanno nulla a che fare con l’indagine. E questo potrebbe essere proprio il caso di Andrea Sempio».

Il lavoro dei Ris nella prima indagine

Garofano ha anche commentato il lavoro svolto durante la prima indagine. «Credo che nella strategia della Procura ci sia una rivisitazione e una verifica di tutto quello che è stato fatto allora. Ben venga! Io sono convinto che tutto quello che è stato fatto allora sia stato fatto bene, nonostante tante polemiche e tante strumentalizzazioni che ci sono state in questi giorni». Poi Garofano difende l’operato dei colleghi: «Io come ex comandante del Ris sono assolutamente convinto del lavoro pregevole fatto dai miei collaboratori. In quel periodo ci siamo occupati di casi nazionali che non mi sembra abbiano mai esibito tentennamenti o errori. Poi si può sbagliare, questo è umano, ma non credo che noi abbiamo sbagliato. Però con tanta serenità riaffrontiamo questa verifica che non potrà che confermare l’ottimo lavoro fatto allora».

L’impronta 10 sulla parete di casa Poggi

Tra le persone presenti per il ritiro dei reperti c’era anche Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, che torna a parlare dell’impronta sulla parte interna della porta d’ingresso della villetta di Garlasco. Secondo alcuni, infatti, potrebbe essere stata lasciata dalla «mano sporca» dell’assassino di Chiara Poggi prima di fuggire. «I risultati dall’impronta 10? No, siamo veramente al limite del limite del limite. Sono degli atti formali. Non è successo nulla. Non c’è nulla da dire, non è stato fatto nulla di particolare. È stato richiesto un incidente probatorio con l’esecuzione di certe analisi, che in alcuni casi sono state già fatte, in altri erano state omesse perché non ritenute importanti, e mi riferisco alla spazzatura, vedremo cosa emergerà. Se i nuovi strumenti possono portare risultati diversi? Non credo».

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