Per fermare lo stop alle auto diesel al Nord la Lega rivaluta le Case Green: «Più edifici riqualificati per compensare le emissioni»


Pur di rinviare il blocco delle auto diesel euro 5 nelle regioni del Nord Italia, la Lega sembra disposta a fare un passo indietro su un’altra sua storica battaglia: l’opposizione alle cosiddette «Case Green». In assenza di interventi e correttivi, il 1° ottobre in quattro regioni del Nord – Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna – scatterà lo stop alla circolazione per le auto diesel euro 5 nei comuni con più di 30mila abitanti in tutti i giorni feriali, dalle 8.30 alle 18.30, e fino ad aprile del 2026. Una misura inaccettabile per il partito di Matteo Salvini, che da giorni insiste sulla necessità di approvare un emendamento al decreto infrastrutture – attualmente in fase di discussione alla Camera – per rinviare lo stop. «Sono milioni di mezzi in Italia. Dovremmo lasciarli tutti a piedi perché Unione comanda?», ha tuonato il leader del Carroccio in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
La battaglia della Lega per ottenere un rinvio
Nell’emendamento presentato da alcuni deputati della Lega, e che porta come prima firma quella del capogruppo Riccardo Molinari, si chiede di posticipare lo stop ai diesel di un anno, ossia al 1° ottobre 2026, dando la possibilità alle quattro regioni interessate di anticipare o ritardare ulteriormente le nuove regole. L’obiettivo è doppio: da un lato tutelare le famiglie che rischiano di restare senza macchina, dall’altro rispettare l’autonomia delle regioni. «L’ambientalismo ideologico di Bruxelles è nei fatti una guerra contro lavoratori e ceti popolari che invece la Lega continuerà a difendere», ha commentato Molinari poco dopo aver depositato l’emendamento. I vertici del Carroccio sanno bene che il blocco delle auto più inquinanti rischia di essere una misura molto impopolare e da settimane sono in prima fila per cambiare la legge. E a quanto pare non sono i soli, visto che Fratelli d’Italia ha tentato il sorpasso a destra presentando un altro emendamento – che vede come primo firmatario il deputato Fabio Raimondo – per chiedere di rinviare le nuove regole non di uno, ma di due anni.

Alle emissioni delle auto diesel si compensa con più «case green»
Ma il blocco delle auto diesel euro 5 risponde a un’esigenza ben specifica: migliorare la qualità dell’aria nelle regioni della pianura padana, una delle aree con i livelli di inquinamento atmosferico più elevati di tutta Europa. E così, per motivare il rinvio delle nuove restrizioni al traffico, l’emendamento della Lega chiede alle regioni di introdurre «misure compensative idonee a raggiungere livelli di riduzione delle emissioni inquinanti coerenti con i vincoli derivanti dall’ordinamento euro-unitario». E quali potrebbero essere queste misure compensative? Nell’emendamento non viene specificato, ma una nota della Lega suggerisce due possibili strade: l’incremento del verde pubblico e l’efficientamento energetico degli edifici. Peccato che proprio la lotta alla riqualificazione degli immobili, al centro del contestato provvedimento europeo ribattezzato «direttiva Case Green», sia una delle battaglie identitarie del partito di Salvini.
Come nasce il blocco alle auto diesel euro 5
Le prime regole dell’Unione europea per contrastare l’inquinamento atmosferico risalgono a oltre trent’anni fa, ben prima che Bruxelles cominciasse a parlare di Green Deal, la strategia attraverso cui l’Ue punta ad azzerare le proprie emissioni nette entro il 2050. Per migliorare la pessima qualità dell’aria che si respira nel Nord Italia – e in particolare nel bacino padano – le amministrazioni regionali, provinciali e comunali hanno introdotto negli anni una serie di divieti che si basano proprio sullo stop alla circolazione per i veicoli più vecchi e inquinanti.
Queste misure riguardano soprattutto i mesi invernali, quando l’inquinamento atmosferico – complice l’accensione degli impianti di riscaldamento degli edifici – registra i livelli più elevati. Il divieto su cui discute in questi giorni la politica – ossia lo stop alle auto diesel euro 5 che scatterà a ottobre – è previsto dal decreto legge 12 settembre 2023, n. 121, quando il governo Meloni era incarica già da un anno. Il provvedimento fu approvato non solo per rispettare i dettami della direttiva europea sulla qualità dell’aria, che nel frattempo è stata aggiornata, ma anche per adeguarsi alla sentenza con cui nel 2022 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha condannato l’Italia per il «sistematico superamento del valore limite del biossido d’azoto».
