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Tom Daley, il bullismo, la bulimia, il coming out: «Ho svelato la mia omosessualità per essere me stesso»

13 Giugno 2025 - 09:04 Alba Romano
tom daley
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L'ex campione di nuoto ha lasciato a 31 anni: una parte di me è morta

Tom Daley è un campione di nuoto. Ha vinto l’argento nel sincro misto alle Olimpiadi di Parigi. Ha percorso cinque olimpiadi vincendo cinque medaglie di cui quatttro ori. Ma a 31 anni si è ritirato. In un’intervista a La Stampa dice che deve ancora abituarsi alla nuova vita: «Mi sono tuffato per 23 anni, ogni minimo momento della giornata era scandito, quando mangiare, quando allenarmi. Una parte di me è come morta, nel senso che l’adrenalina dei tuffi non la potrò mai più vivere. Adesso guardando le gare mi chiedo: potrei fare meglio di loro? Potrei ancora farcela?». Il documentario «1.6 seconds», una produzione Warner Bros-Discovery, racconta i suoi lati oscuri.

Il bullismo

In primo luogo il bullismo che ha subito da compagni e allenatore per la trasformazione del suo corpo. Con attacchi di bulimia e ossessione per le calorie: «Per molto tempo mi sono nascosto, per proteggermi. Ho voluto parlare apertamente dei miei disturbi alimentari perché all’epoca quando ne soffrivo mi vergognavo, gli uomini fanno fatica a parlarne pubblicamente». In una telefonata ai genitori ha minacciato di buttarsi dalla finestra: «Quando a 10 anni ti trovi dall’altra parte del mondo, per allenarti in Australia o in America, ti senti solo, soffri di insonnia, le ombre diventano malefiche. I miei non volevano un figlio campione, erano persone semplici, mio padre a un certo punto ha lasciato il lavoro da elettricista per seguirmi. Aveva capito che dovevo essere sostenuto».

Il padre

Il padre Robert, che filmava spesso i momenti della vita del figlio, è morto a 50 anni per un tumore al cervello. Nel 2013 il suo coming out e la relazione con lo sceneggiatore Dustin Lance Black. Adesso sono sposati e hanno due figli da madri surrogate, Robbie e Phoenix di 6 e 2 anni: «Ho svelato la mia omosessualità perché volevo essere me stesso, senza preoccuparmi di niente e nessuno. Poi però è cambiato tutto, ho realizzato che dovevo assumermi questa responsabilità, difendere ciò che tutti dovrebbero avere: il diritto di essere sé stessi e liberi». Ora vive a Los Angeles: «Per più di 10 anni mio marito è stato a Londra con me quando mi allenavo. Era ora di restituire la disponibilità. Con il ritorno di Trump le cose stanno cambiando, in generale tutto il mondo sta tornando indietro in tema di diritti. Ecco perché è importante essere visibili, in maniera autentica, con cura e gentilezza».