Rinviata la decisione sul blocco di Trump agli studenti stranieri, Harvard esulta per lo stallo in tribunale: la Casa Bianca insiste col pugno duro


Una piccola vittoria per Harvard, nel braccio di ferro che da settimane vede lo storico ateneo americano nel mirino dell’amministrazione Trump. La giudice federale del Massachusetts, Allison D. Burroughs, ha posticipato l’entrata in vigore dell’ordinanza con cui la Casa Bianca vorrebbe imporre il divieto totale di iscrizione agli studenti stranieri. Si tratta di una seconda proroga fino al 23 giugno dopo che, una decina di giorni fa, la stessa togata aveva fissato a lunedì 16 giugno l’inizio ufficiale dello stop voluto dal presidente americano Donald Trump.
Il rinvio di sette giorni e il conflitto Harvard-Trump
Si prende ancora del tempo Allison Burroughs, che al termine di un’udienza a Boston ha deciso di non esprimersi ancora sul ricorso presentato dall’ateneo contro le restrizioni imposte dall’amministrazione di Washington. Un piccolo periodo di respiro per l’università, che avrà sette giorni prima di ingaggiare nuovamente il corpo a corpo con Donald Trump. Il rischio che pende ancora sul collo di Harvard è l’entrata in vigore a pieno regime dell’ordinanza, che di fatto taglierebbe le gambe all’ateneo privandolo di una buona fetta di studenti con gravi conseguenze finanziarie e di prestigio.
Il ricorso dell’ateneo contro Washington
Il ricorso presentato da Harvard denuncia il tentativo dell’amministrazione Trump di esercitare pressioni sull’istituzione con misure illegali di rappresaglia. «Con un colpo di penna, la segretaria del dipartimento per la sicurezza interna e il Presidente hanno provato a cancellare un quarto del corpo studentesco di Harvard», si legge. «Gli studenti internazionali che contribuiscono in modo significativo all’Università e alla sua missione e al Paese. Senza i suoi studenti internazionali, Harvard non è Harvard».