Toscana, il centrosinistra traballa: il caso della sindaca di Prato fa scricchiolare l’alleanza (anche coi 5 stelle) in vista delle Regionali


C’è preoccupazione tra i consiglieri del Partito democratico della Toscana: il caso della sindaca dem di Prato, Ilaria Bugetti, ai domiciliari con l’accusa di corruzione, rischia di avere contraccolpi sull’alleanza che si presenterà all’appuntamento elettorale (probabilmente questo autunno) a sostegno del presidente uscente Eugenio Giani, candidato per un secondo mandato. Il rischio è che traballi l’appoggio del Movimento 5 Stelle, che già sarebbe stato una novità visto che al momento il partito è all’opposizione. «Stiamo facendo le nostre valutazioni perché l’asticella sulla legalità non si discute né ora né mai. Su questo, da parte nostra, c’è intransigenza totale. Le riflessioni sono in corso». A parlare con Open è Irene Galletti, presidente del Gruppo M5S in Consiglio Regionale della Toscana e coordinatrice regionale del partito. La prudenza è massima. Un incontro interno per i 5S è previsto nei prossimi giorni per discutere del futuro delle regionali, ma ogni valutazione verrà fatta dopo giovedì, quando la sindaca di Prato dovrà comparire davanti al gip di Firenze per l’interrogatorio di garanzia.
Tentativi di apertura
Il M5S in Regione è all’opposizione ormai da dieci anni. La stessa Irene Galletti si era candidata contro l’attuale presidente Eugenio Giani nel 2020. Un’opposizione che – nonostante qualche ostacolo iniziale – nel tempo si è dimostrata «costruttiva», sottolinea oggi la consigliera. Soprattutto nell’ultimo periodo, perché i partiti del centrosinistra hanno trovato punti di contatto su temi importanti: dalla legge sul fine vita a quella sul turismo, fino alla legge sui consorzi industriali pubblici. Ma a fare da collante c’è anche una preoccupazione politica condivisa, che suona come un campanello d’allarme: «L’avanzare delle destre, che si stanno imponendo con forza», dice Galletti. I numeri parlano chiaro: alle elezioni europee dello scorso anno, Fratelli d’Italia ha ottenuto il 27,44% delle preferenze. In una regione storicamente rossa, il partito di Giorgia Meloni si è piazzato a soli quattro punti di distanza dal Partito Democratico, fermo al 31,90%. Dati che hanno acceso più di un campanello d’allarme nel centrosinistra.
Massima prudenza
La somma di tutte queste sfide ha spinto, così, i pentastellati ad aprirsi ai colleghi progressisti negli ultimi anni. «Ed è per questo che siamo andati uniti in diverse realtà comunali – spiega Galletti – tra cui Prato», anche se solo dopo «attente riflessioni». Passaggi ponderati con il bilancino. Ma ora si arriva al presente, ai fatti di cronaca, e il M5S è titubante, e mette le mani avanti. «Gli accadimenti di questi giorni (legati alla sindaca ndr) si inseriscono in maniera trasversale in una riflessione che la nostra comunità sta facendo in vista delle prossime regionali».
«Alert ai massimi livelli»
«Distinguiamo sì le persone dal partito, però chiaramente questo alza gli alert ai livelli massimi – aggiunge la consigliera – I nostri standard sono molto alti e ora diventano non negoziabili sotto il profilo delle garanzie». Tre parole sintetizzano l’atteggiamento dei 5S: «prudenza, riflessione e monitoraggio», avverte Galletti.
L’incontro dei 5S
Dopo giovedì ci sarà un incontro interno: «Sarà fatto. Sulla base di quello che succederà, ci riuniremo con i nostri vertici e condivideremo una riflessione, che si allargherà alle regionali. I fatti singoli hanno la loro rilevanza». Intanto i pentastellati hanno detto chiaramente che «se dovessero emergere elementi incompatibili con il nostro sostegno alla giunta non esiteremo ad agire di conseguenza».
Preoccupazione nel Pd
La preoccupazione riguarda anche gli stessi esponenti del Pd, che si dicono «allibiti» dalla notizia. «Una storia davvero terribile», rincarano. E il fatto preoccupa anche perché, nel luglio dello scorso anno, erano stati proprio i dem – insieme ad altri partiti di centrosinistra – a organizzare una manifestazione in Liguria per chiedere le dimissioni dell’ex governatore Giovanni Toti, ai domiciliari da mesi con diverse accuse, tra cui, anche in quel caso, quella di corruzione. «Il Pd ha fatto una battaglia di piazza perché lui si dimettesse, e ora succede una cosa uguale a uno dei tuoi… e che tu fai?», dichiara un esponente dem.
Foto in evidenza: la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti | Ansa