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Giorgia Meloni dopo il G7: «Cosa mi ha detto Macron? Vi giuro che non me lo ricordo»

meloni macron g7
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Il punto della premier dopo la riunione in Canada: l'Iran è una minaccia per tutti, Putin non può mediare, Usa e Ue troveranno un accordo sui dazi

L’Iran non deve diventare una potenza nucleare. Ma Vladimir Putin non può essere il mediatore della guerra con Israele. Mentre sui dazi prima o poi si troverà una soluzione. Giorgia Meloni parla con la stampa dopo il G7 in Canada appena finito al Pomeroy Kananaskis Mountain Lodge, tra le montagne dell’Alberta. Secondo la premier italiana i leader sonod’accordo sui dossier cruciali. Come la questione iraniana, oggetto della dichiarazione congiunta finale dopo il summit. «Un Iran potenza nucleare non sarebbe una minaccia solo per Israele, ma per tutti noi», dice la premier. Che poi però insiste sulla soluzione negoziata.

Meloni e Merz

Ieri il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha detto che Israele «sta facendo il lavoro sporco per tutti». Meloni invita a leggere la frase come espressione di una consapevolezza condivisa: «Sappiamo che oggi c’è una minaccia, e bisogna lavorare per disinnescarla». La premier esclude un’apertura del G7 sul ruolo di mediazione della Russia: «Affidare a una nazione in guerra la mediazione su un’altra guerra non mi sembrerebbe proprio l’opzione migliore». Mentre sul possibile uso delle basi italiane da parte degli Stati Uniti in caso di conflitto armato con l’Iran è prudente: «Non è una decisione che si prende così. Valuteremo, se e quando sarà il caso».

Gaza e l’Ucraina

La premier ha parlato anche di un’iniziativa per il cessate il fuoco a Gaza: «Credo che questa sia il momento giusto per ottenere un cessate il fuoco. È un obiettivo sul quale ho lavorato molto in questi giorni». L’idea è di coinvolgere maggiormente i paesi del Golfo nella gestione della crisi. Sull’Ucraina Meloni ha rinnovato il sostegno a Volodymyr Zelensky: «Ogni volta che si cerca un passo avanti, la Russia risponde colpendo i civili. C’è un’ampia disponibilità da parte ucraina per una trattativa, ma zero da parte della Russia». Per questo, ha sottolineato, è necessario «esercitare pressione su Mosca con le sanzioni». E, al tempo stesso, «continuare a sostenere l’Ucraina». La premier ha smentito poi le indiscrezioni secondo cui Trump avrebbe posto un veto a una dichiarazione finale sull’Ucraina, precisando che non era in programma.

I dazi

Quanto ai dazi americani sulle merci europee, Meloni si è mostrata moderatamente fiduciosa: «C’è un negoziato in corso, e il fatto che ci sia stato un colloquio tra Trump e von der Leyen dimostra la volontà di trovare soluzioni». La premier ha anche rivendicato il ruolo dell’Italia nel favorire un clima costruttivo: «Siamo fieri del lavoro fatto per costruire un confronto franco ma sereno». L’obiettivo resta quello di trovare un accordo entro la scadenza del 9 luglio, scongiurando l’ipotesi di un ‘no deal’. Infine, Meloni sottolinea il ruolo dell’Italia nella gestione della questione migratoria, affermando che «la ricetta italiana viene presa a paradigma anche da altre grandi nazioni». Una delle sette dichiarazioni del vertice è infatti incentrata sul contrasto ai trafficanti di esseri umani, secondo il principio del “follow the money”, su proposta italiana.

La scena con Macron

Il punto stampa finale è diventato anche l’occasione per provare a risolvere un piccolo giallo. Hanno fatto il giro del web le immagini in cui la premier strabuzza gli occhi dopo che Macron le sussurra qualcosa al tavolo del G7. Un siparietto che non è passato inosservato, su cui Meloni viene interrogata dai cronisti. Alla domanda su cosa le abbia detto il presidente francese per provocare quella reazione, risponde con una battuta, congedandosi così dai giornalisti: «So che non ci crederete, vi giuro che non me lo ricordo».

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