Gattuso presenta la sua Nazionale: «Guidare l’Italia è un sogno che si avvera». E su La Russa: «Andremo al mondiale e gli farò cambiare idea»


Oggi, 19 giugno, è stato il primo giorno da allenatore della Nazionale per Gennaro Gattuso. Nella conferenza stampa, accompagnato dal Presidente della Federazione Gabriele Gravina e dal capo delegazione Gigi Buffon, Gattuso ha risposto alle domande dei giornalisti per illustrare il suo progetto tecnico per gli azzurri che, ha tenuto a ribadire più volte, non sarà basato solo su grinta e tenacia, quelle che hanno fatto le fortune del Gattuso giocatore, ma anche su analisi, studio e valorizzazione dei giocatori, soprattutto quelli più giovani.
Il senso d’appartenenza e la valorizzazione dei giocatori
Gattuso arriva sulla panchina della nazionale al dodicesimo anno della sua carriera da allenatore, una carriera fatta di grandi club ma anche di realtà minori, come l’Hajduk Spalato dal quale si è appena separato: «Allenare la nazionale è un sogno che si avvera, spero di essere all’altezza di questo compito ma so che non sarà facile, ma di facile nella vita non c’è nulla. In questo momento c’è poco da dire, c’è solo da lavorare». Rispondendo alle domande dei cronisti, Gattuso ha espresso le sue opinioni sulla rosa di giocatori italiani al momento a disposizione: «Sento spesso dire che in Italia non abbiamo talento, io invece penso che ci sia e che dobbiamo solo mettere i giocatori nella condizione di rendere al massimo». E ha anche toccato il tema dell’impiego dei giovani e degli italiani in Serie A: «Quest’anno nel campionato italiano hanno giocato il 68% di giocatori stranieri e solo il 32% di italiani. È un dato che deve far riflettere anche perché i giovani italiani ci sono, ma spesso, dopo l’under 19 si perdono».
La risposta a La Russa
Nei giorni precedenti alla sua nomina, sono state molte le voci scettiche a proposito della scelta di Gattuso alla guida della nazionale, una fra tutte quella del presidente del Senato Ignazio La Russa, che non vedeva in Gattuso un simbolo del calcio italiano: «Con La Russa non voglio fare alcuna polemica. Spero solo di fargli cambiare idea, di portare l’Italia al Mondiale per fargliela cambiare», ha detto Gattuso. Anche Gigi Buffon, uno dei principali artefici della scelta del nuovo Ct, ha sottolineato le principali ragioni che hanno portato alla scelta della federazione: «Ogni volta che affrontavamo le squadre di Rino avevamo grosse difficoltà, avevi l’idea che ci fosse un grosso lavoro dietro, una razionalità dietro le sue squadre. Dopo tanti anni di carriera lo percepisci se dietro le squadre c’è un buon allenatore e con Gattuso ho sempre avuto questa sensazione. La natura combattiva di Rino non deve oscurare il fatto che alleni grandi club da 12 anni».
«Oggi un Gattuso nella mia squadra non lo metterei»
Lo stesso Ct ha tenuto a ribadire che le sue idee di allenatore sono radicalmente opposte a quelle di calciatore: «È difficile cancellare il Gattuso calciatore, ma da allenatore vedo il calcio in maniera diversa da quando giocavo, oggi un Gattuso nella mia squadra non lo metterei per come vedo il calcio oggi». Aggiunge: «Ho ben chiaro quello che bisogna fare, bisogna ritrovare entusiasmo e pensare positivi. Creare una famiglia è più importante dei moduli e della tattica perché i giocatori che abbiamo a disposizione sono importanti, tra i migliori del mondo, bisogna solo creare un ambiente in cui si sentano a casa e possano rendere al meglio». E per questo una delle prime direttive impartite dal nuovo allenatore: «A Buffon e Gravina ho chiesto che anche chi non sta benissimo deve restare a Coverciano se è convocato, abbiamo tutto per gestire i giocatori. Dobbiamo fare così se vogliamo essere credibili e non creare delle scuse o precedenti».