Gattuso è il nuovo ct della Nazionale italiana, è ufficiale


Gennaro Gattuso è il nuovo ct dell’Italia. La Figc ha ufficializzato la nomina del 47enne tecnico calabrese che prende il posto di Luciano Spalletti sulla panchina azzurra. Gattuso sarà presentato giovedì 19 giugno alle 11 presso l’Hotel Parco dei Principi a Roma. «Gattuso è un simbolo del calcio italiano» ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina. «L’azzurro per lui è come una seconda pelle. Le sue motivazioni, la sua professionalità e la sua esperienza saranno fondamentali per affrontare al meglio i prossimi impegni della Nazionale. Consapevoli dell’importanza dell’obiettivo che vogliamo raggiungere, lo ringrazio per la disponibilità e la totale dedizione con cui ha accettato questa sfida, condividendo il progetto della Figc di sviluppo complessivo del nostro calcio, nel quale la maglia azzurra riveste una centralità strategica».
Le indiscrezioni di Buffon
Che la scelta sarebbe potuta ricadere su Gattuso si era già capito dalle parole di Gigi Buffon, che, rispondendo a una domanda, aveva «annunciato» Rino Gattuso nuovo commissario tecnico della nazionale, sciogliendo le riserve sull’ex campione del mondo e compagno di squadra, e lasciando intendere che l’ufficialità sarebbe potuta arrivare a giorni: «Aspettiamo… Stiamo lavorando, abbiamo lavorato e attendiamo gli ultimi dettagli. Con il presidente e tutta la federazione abbiamo avuto giorni abbastanza densi e pieni di momenti di ogni tipo. Credo che alla fine abbiamo fatto la scelta migliore». Nel giro di una settimana il destino della Nazionale italiana, infatti, è stato totalmente stravolto. Dopo la sconfitta ad Oslo per 3-0, domenica è arrivata la risoluzione con Luciano Spalletti, a cui è seguito lunedì il secco no di Claudio Ranieri. E ora forse la decisione converge sul nome di Gattuso, chiamato a salvare l’Italia calcistica dal vero e proprio dramma sportivo che sarebbe una terza mancata qualificazione al mondiale.
Buffon: «Evitare di fare figure non da Italia»
«Si riparte da dove si è sempre ripartiti dopo momenti un po’ bui. Cercando di pungolare noi stessi sul nostro ruolo e su quello che dovremo esercitare sui ragazzi e sugli allenatori. Quello che realmente interessa è evitare di fare figure non da Italia. Vincere è diventato ormai difficile con chiunque, ma tra perdere e perdere in una certa maniera c’è differenza. Si può intervenire con alcuni accorgimenti», aggiunge l’ex portiere della Nazionale, che si trova in Slovacchia, dove sta seguendo il cammino degli Azzurrini di Carmine Nunziata agli Europei Under 21. «La sofferenza, se vinci, spesso si trasforma in fiducia ed entusiasmo», spiega Buffon. Prima della partita ai ragazzi dell’under 21 «avevo chiesto di dimostrare che si gioca con senso di appartenenza e attaccamento alla maglia. Alcune volte sembra che ci siano alcune squadre messe lì con 11 giocatori che pensano al proprio orticello».