Spalletti, il gesto d’addio su contratto e soldi. Che cosa ha chiesto agli azzurri per l’ultima panchina da licenziato


È sulla panchina del Mapei Stadium di Reggio Emilia, da allenatore ormai esonerato, che Luciano Spalletti conduce i suoi ultimi 90 minuti alla guida dell’Italia. Dopo la risoluzione contrattuale, ufficializzata dallo stesso ct durante la conferenza stampa di domenica 8 giugno prima della partita contro la Moldavia, l’ultima sfida per i suoi ragazzi: «Gli ho chiesto di farmi uscire con una vittoria», ha spiegato. «Può essere stimolante che mi vogliano fare questo regalo». Spalletti, poi, si è lasciato anche a un rapido sguardo verso il futuro: «Andranno ai Mondiali? Non ho dato le dimissioni, quindi ci credevo. Ora il gruppo rimane lo stesso e le mie idee pure».
Le ultime ore con la Nazionale: «Che cosa ci siamo detti»
Per l’ormai ex commissario tecnico dell’Italia è stato il giorno degli addii e dei saluti: «Abbiamo fatto una riunione tecnica bellissima, la dovevo fare perfetta. C’era l’atmosfera normalissima di un gruppo dove ci si trova bene a stare insieme e si fanno le cose senza essere menefreghisti», ha spiegato. «Ci si racconta la verità, si ha chiarezza, si è avuto un rapporto intenso e si arriva al momento che va detto tutto quello che abbiamo detto». Ed è proprio negli ultimi istanti alla guida del gruppo azzurro che Spalletti ha l’occasione di tirare le somme degli ultimi due anni: «I risultati sono quelli, ho tentato ma non sono riuscito. Non sono stato fortunato negli episodi, gli infortuni tutti insieme e nello stesso ruolo…».
Il rapporto con Gravina e l’ipotesi Ranieri come futuro ct: «Farò il tifo per lui»
Nel pomeriggio, il commissario tecnico aveva ricostruito ai microfoni di Rai Sport la dinamica dell’esonero: «Non ho dato le dimissioni, ma siccome ho rispetto delle persone che mi hanno scelto io ti firmo la risoluzione», ha detto. «Con la Nazionale è così, con i club è diverso. Ti lascio i soldi e firmo la risoluzione, ognuno poi alla cosa dà il taglio che vuole». Non c’è nemmeno sangue amaro tra Luciano Spalletti e il presidente della Figc Gabriele Gravina: «Era in dubbio se proseguire con me ed è stato bene che me lo abbia detto. Io l’ho reso pubblico perché non era giusto tenerlo nascosto due giorni». Intanto la Federazione è ancora alla ricerca del suo successore, con voci insistenti che da giorni puntano tutto su Claudio Ranieri. Spalletti non si sbilancia: «Non so se sarà lui, però è un professionista che ha girato il mondo. È equilibrato e ha fatto vedere le sue qualità di subentrare e di saper toccare subito i tasti giusti. Se fosse lui, sarò lì a fare il tifo per lui».