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Maturità 2025, la seconda prova: per il Classico versione dal «De amicitia» di Cicerone, allo Scientifico studi di funzione (con citazioni classiche)

19 Giugno 2025 - 10:21 Ugo Milano
esame maturita seconda prova
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Oggi la seconda prova dell'Esame di Stato: negli Informatici traccia sull'intelligenza artificiale, al Linguistico il fast fashion. Al classico erano sedici anni che l'autore non veniva scelto. Ecco la traduzione della versione dal latino all'italiano

Una versione dal De amicitia di Marco Tullio Cicerone, che torna sui banchi dopo sedici anni, è l’ultimo scoglio scritto della Maturità che gli studenti e le studentesse dei Licei classici di tutta Italia devono affrontare. Per i Licei scientifici lo scritto prevede studi di funzione, con tanto di citazione dello stesso Cicerone all’interno di uno dei quesiti. Dalle 8.30 è iniziata la seconda prova dell’Esame di Stato 2025, dopo che il ministero dell’Istruzione e del Merito ha reso pubblico la chiave per aprire i vari plichi telematici. Si tratta dell’ultima prova scritta, dopo la prova di italiano di ieri, e riguarda le discipline caratterizzanti ciascun indirizzo di studio. Ai linguistici invece è la volta di una Lingua e cultura straniera. Per gli Istituti tecnici del Settore economico, indirizzo Turismo, si tratterà di superare una prova di Lingua inglese. Per l’indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio sono previste Geopedologia, Economia ed Estimo, mentre per tutti gli altri indirizzi le materie d’esame variano da economia aziendale a scienze umane e informatica. Sono 524.415 gli studenti in aula per l’ultimo atto scritto dell’Esame di Stato.

Testo della versione dal «De amicitia» di Cicerone

Composto nel 44 avanti Cristo, ma ambientato ottant’anni prima, il Laelius de amicitia è un dialogo filosofico in cui Cicerone – per bocca di Gaio Lelio e Scipione Emiliano – si sofferma sull’importanza dell’amicizia all’interno dei legami umani. Nel testo, Lelio tenta di svincolare proprio l’amicizia dalla mera utilitas personale, a cui la politica romana l’aveva legata a doppio nodo. Di seguito il testo completo della versione proposta ai maturandi:

Amor enim, ex quo amicitia nominata est, princeps est ad benevolentiam coniungendam. Nam utilitates quidem etiam ab eis percipiuntur saepe, qui simulatione amicitiae coluntur et observantur temporis causa. In amicitia autem nihil fictum est, nihil simulatum et, quidquid est, id est verum et voluntarium. Quapropter a natura mihi videtur potius quam ab indigentia orta amicitia, applicatione magis animi cum quodam sensu amandi, quam cogitatione quantum illa res utilitatis esset habitura. Quod quidem quale sit, etiam in bestiis quibusdam animadverti potest, quae ex se natos ita amant ad quoddam tempus et ab iis ita amantur, ut facile earum sensus appareat. Quod in homine multo est evidentius, primum ex ea caritate, quae est inter natos et parentes, quae dirimi nisi detestabili scelere non potest, deinde, cum similis sensus extitit amoris, si aliquem nacti sumus, cuius cum moribus et natura congruamus, quod in eo quasi lumen aliquod probitatis et virtutis perspicere videamur. Nihil est enim virtute amabilius, nihil quod magis adliciat ad diligendum, quippe cum propter virtutem et probitatem etiam eos, quos numquam vidimus, quodam modo diligamus.

Traduzione della versione di Cicerone dal latino all’italiano

Il testo, fornito a migliaia di studenti dei Licei classici, può essere tradotto come segue:

L’amore, da cui prende nome l’amicizia, è la forza principale che unisce gli uomini in un legame di benevolenza. Infatti, è vero che spesso si traggono vantaggi anche da coloro che si frequentano per finzione d’amicizia e per convenienza momentanea. Ma nell’amicizia vera non c’è nulla di finto, nulla di simulato: tutto ciò che essa è, è autentico e spontaneo. Per questo, a mio parere, l’amicizia nasce più dalla natura che dal bisogno, da un’inclinazione dell’animo e da un certo sentimento d’amore, più che da un calcolo sui benefici che potrà arrecare. E questo si può osservare anche in certe bestie, le quali amano i loro piccoli per un certo tempo, e sono da questi ricambiate, in modo tale che si può facilmente intuire il loro affetto. Ma questo sentimento è molto più evidente nell’uomo, in primo luogo nell’affetto che unisce genitori e figli – un legame che non può essere spezzato se non con un crimine odioso –, poi quando si sviluppa un amore simile, se troviamo qualcuno la cui indole e carattere siano affini ai nostri, in cui ci sembri di scorgere come una luce di onestà e virtù. Infatti, nulla è più amabile della virtù, nulla attira di più all’amore: è proprio per la virtù e l’onestà che amiamo, in una certa misura, anche persone che non abbiamo mai conosciuto.

La prova dello Scientifico: due problemi e la doppia citazione di Cicerone nei quesiti

Un problema, a scelta tra due, e quattro quesiti su otto in sei ore: questa la richiesta per gli alunni e le alunne dei Licei Scientifici. Entrambi i problemi, come lo scorso anno, sono preceduti da una brevissima citazione. La prima, affidata a Cartesio, recita: «La ragione non è nulla senza l’immaginazione». La seconda, invece, recita le parole del filosofo Platone: «La bellezza è mescolare, in giuste proporzioni, il finito e l’infinito». Nel settimo degli otto quesiti proposti, poi, compare nuovamente il latino Marco Tullio Cicerone: «Siccome mi sembrava che per puro caso alcuni fatti fossero avvenuti così com’erano stati predetti dagl’indovini, tu hai parlato a lungo del caso, e hai detto, per esempio, che si può ottenere il “colpo di Venere” lanciando a caso quattro dadi». È da questo brevissimo estratto dal libro secondo del De divinatione che ai maturandi è stata proposto un quesito sulla probabilità. In particolare, nel gioco dei dadi, la probabilità di ottenere, con 4 dadi a 4 facce, 4 risultati diversi: il cosiddetto “colpo di Venere”.

Le altre citazioni nei quesiti di matematica: da Boccioni alla Settimana Enigmistica

Cicerone non è l’unico grande nome del passato a comparire nei quesiti della seconda prova dei Licei scientifici. Nel quesito numero 3 si fa riferimento al celebre «uomo che avanza velocemente nello spazio», tratto da Forme uniche della continuità dello spazio del futurista Umberto Boccioni. Spazio anche per un quesito «enigmistico», in cui si parla degli anagrammi della parola “studiare”. In chiusura una citazione del matematico David Hilbert, senza nessun tipo di esercizio connesso: «La matematica non conosce razze o confini geografici; per la matematica, il mondo culturale è una singola nazione».

Le seconde prove negli altri indirizzi, tra IA e «La cura» di Battiato

Non solo Scientifico e Classico. Secondo Skuola.net, la seconda prova di Economia Aziendale per l’indirizzo ITAF (Amministrazione, Finanza e Marketing) chiede ai maturandi di analizzare la situazione economia della società Alfa Spa, che produce componenti meccanici. Negli istituti tecnici indirizzo Informatica e Telecomunicazioni, la prova verte su un caso pratico di sviluppo di una piattaforma web per riconoscere le fake news, usando anche strumenti di intelligenza artificiale e machine learning. Nei Licei artistici, per la prova di discipline audiovisive e multimediali, l’esame si focalizza sulla celebre canzone La cura di Franco Battiato, accostata ad altrettanto famose immagini di opere di Picasso, Diego Rivera, Elliot Erwitt e fotografie di Sandro Scalia. Agli alunni del Licelo linguistico è richiesto un elaborato in lingua inglese sul tema del fast fashion e del suo impatto sulla salute pubblica e l’ambiente, basandosi su un articolo pubblicato sul sito della Boston University.

Ieri la prima prova: oltre il 40% ha scelto la traccia sul rispetto

Alle 8.30 di ieri mattina gli studenti si sono cimentati con la prova di italiano. La traccia più svolta, per il 40,3% degli ammessi all’Esame, era incentrata sul tema del «Rispetto» a partire da un articolo del giornalista di «Avvenire» Riccardo Maccioni: un focus sulla parola dell’anno secondo Treccani 2024. Ad accompagnare l’esordio di migliaia di studenti all’esame di Maturità, gli auguri della premier Giorgia Meloni: «Fate un bel respiro, arrivate a testa alta, date il massimo, siate fieri di voi stessi».

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