Insulti omofobi e sessisti dopo le nozze. La denuncia delle campionesse di volley Moretto e Arrighetti: «Una questione culturale»


Insulti omofobi e sessisti. Sono quelli che hanno ricevuto Gaia Moretto e Valentina Arrighetti, le due ex campionesse di volley, che venerdì 13 giugno si sono sposate a Torriglia, sulle colline che circondano Genova, luoghi d’origine di Valentina. Come ogni coppia, anche Gaia e Valentina hanno scelto di condividere sui social i momenti più emozionanti del loro matrimonio. E questo, come denunciano le due pallavoliste in un post sui social, ha scatenato una pioggia di critiche. «Ma accanto agli auguri sinceri, sono arrivati messaggi carichi di disprezzo, soprattutto su Facebook e Instagram», spiega Moretto in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Una differenza netta a seconda delle piattaforme social: «Su TikTok, dove il pubblico è più giovane, i commenti sono stati rispettosi. Sulle altre, frequentate da utenti più adulti, il livello si è abbassato drasticamente».
L’omosessualità nel mondo sportivo
Arrighetti, genovese, classe 1985, capitana dell’Imoco e dello storico scudetto dal 2015 al 2016, e Moretto, veneta, di Portogruaro, anche lei giocatrice dell’Imoco, stanno assieme da tanti anni. Ma la loro relazione è cresciuta lontano dai riflettori, diventando pubblica nel 2024, con un video durante il Genova Pride. «Quando stavamo insieme – racconta Moretto -, Valentina aveva appena chiuso la carriera, e io ero agli ultimi anni della mia. Non abbiamo mai fatto proclami, ma nemmeno ci siamo nascoste. Abbiamo vissuto come qualunque coppia». Tuttavia, anche oggi, nel mondo dello sport, vivere liberamente la propria omosessualità può essere difficile: «Soprattutto per gli uomini», sottolinea. «Nel calcio, per esempio, è ancora un grande tabù. Esporsi significa spesso assumersi un ruolo pubblico e portare il peso di una battaglia sociale, oltre a quella sportiva. Non tutti se la sentono».
Una questione culturale prima ancora che generazionale
Tornando poi agli insulti ricevuti Moretto sottolinea ancora: «È una questione culturale prima ancora che generazionale. C’è ancora una parte della società che fa fatica ad accettare che due donne possano amarsi, sposarsi e mostrarsi felici. Cresciuti con certi stereotipi, in molti si sentono autorizzati a giudicare». Le critiche non si sono fermate all’unione stessa, ma hanno riguardato anche gli abiti scelti: Gaia in abito bianco, Valentina in un completo con pantaloni.
Gli stereotipi di genere
«Siamo ancora troppo schiavi di stereotipi di genere che ci classificano in maschio = pantaloni, femmina = gonna, il maschio porta a casa i soldi e la femmina deve pulire casa. Dove il maschio ha sempre una posizione dominante nel pensiero collettivo. Tutto questo ha dato vita a quei commenti che non possono essere definiti in altro modo se non omofobi», spiega Moretto. Ora che l’attenzione mediatica è esplosa, le due atlete scelgono di usarla in modo costruttivo: «Quello che è accaduto ci ha dato uno spazio. Proviamo a utilizzarlo per mostrare quanto l’omofobia sia ancora viva. Poi torneremo a vivere la nostra vita ordinaria, cercando di fare la differenza con l’esempio».