Colpito Evin a Teheran, l’attacco israeliano al carcere dei dissidenti politici (e dove fu rinchiusa Cecilia Sala)


[Questo articolo è stato corretto*] Un raid israeliano avrebbe colpito la prigione di Evin, a Teheran. A riportarlo è stata la testata Iran International, condividendo il video (rivelatosi fake) della presunta esplosione del cancello (ne parliamo qui), ripreso a ruota dai social media iraniani.

Teheran dopo l’attacco: «Tutto sotto controllo»
L’autorità giudiziaria iraniana minimizza sui social: «Nell’ultimo attacco del regime sionista a Teheran, purtroppo alcuni proiettili hanno colpito il carcere di Evin, causando danni a parti della struttura», si legge su X dall’agenzia Mizan Online. Tutti gli agenti carcerari sarebbero stati coinvolti per gestire gli effetti dell’attacco al carcere, spiegano da Teheran, assicurando che la situazione resta «sotto controllo».
Cos’è la prigione di Evin
La prigione di Evin, situato nel quartiere omonimo della capitale iraniana, è il principale complesso penitenziario della Repubblica islamica. È un complesso fortificato in cui da decenni gli Ayatollah rinchiudono i prigionieri politici e i dissidenti. Qui è stata tenuta prigioniera la giornalista Cecilia Sala tra fine 2024 e inizio 2025. I detenuti hanno più volte parlato di condizioni estreme, tra cui l’accesso limitato all’assistenza legale, torture e sanzioni collettive.
Foto di copertina: Arash Hashemi, scatto del 2023.
[*Il video diffuso da Iran International risulta falso e generato tramite l’uso dell’Intelligenza Artificiale. L’articolo è stato corretto e rimosso il video]