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WhatsApp bandita dai telefoni della Camera Usa: «Alto rischio». Tra le alternative spunta Signal, ma per il Pentagono è «vulnerabile agli hacker russi»

24 Giugno 2025 - 23:41 Alba Romano
whatsapp camera rappresentanti usa
whatsapp camera rappresentanti usa
I rappresentanti dovranno disinstallare l'app e non potranno usare nemmeno la versione web. La protesta di Meta: «Noi più sicuri di molti altri, e in Senato la usano ancora»

Basta TikTok, limitazioni a DeepSeek e ad altri programmi di intelligenza artificiale. ChatGPT? Sì, ma solo se Plus. E ora stop anche a WhatsApp. Sui dispositivi dei membri della Camera dei Rappresentanti americana non potrà più comparire la nota piattaforma di messaggistica: «È ad alto rischio per gli utenti». Un divieto categorico che si estenderebbe, secondo quanto riferisce Axios, anche a tutte le versioni web o desktop dell’app. «Se avete un’applicazione WhatsApp sul vostro dispositivo gestito dalla Camera, sarete contattati per rimuoverla», si legge nella comunicazione inviata lunedì 23 maggio. Vengono poi fornite diverse alternative: Teams, Wickr, iMessage, FaceTime. E Signal, l’applicazione tramite cui il ministro della Difesa Pete Hegseth aveva condiviso con i suoi familiari e con un altro gruppo informazioni riservate sui raid americani in Yemen. E che il Pentagono ha già bollato come «vulnerabile agli hacker russi».

La comunicazione speciale: «Disinstallare WhatsApp, manca trasparenza»

«Il personale non è autorizzato a scaricare o mantenere l’applicazione su alcun dispositivo della Camera». Il messaggio è stato recapitato a tutto il personale della Camera a seguito di una segnalazione dell’Ufficio per la sicurezza informatica. WhatsApp, secondo Washington, sarebbe ad alto rischio «a causa della mancanza di trasparenza nel modo in cui protegge i dati degli utenti, dell’assenza di crittografia dei dati memorizzati e dei potenziali rischi per la sicurezza connessi al suo utilizzo». Insomma, non è possibile lavorare con WhatsApp e maneggiare materiale top secret o comunque non di pubblico dominio.

Signal, consigliata ai deputati ma «estremamente a rischio» per il Pentagono

È lo stesso promemoria a citare valide alternative per la protezione dei dati personali dei congressmen. Tra queste, oltre a applicazioni di Microsoft e Amazon, compare Signal. Niente di meno che la piattaforma su cui, pochi mesi fa, Pete Hegseth aveva inoltrato su un gruppo – in cui era presente anche il giornalista Jeffrey Goldberg di The Atlantic – i piani di guerra contro gli Houthi. E quegli stessi piani li aveva poi girati a una chat in cui erano presenti la moglie, il fratello e un altra dozzina di persone. Proprio Signal era stata invece oggetto di un «bollettino speciale» da parte del Pentagono, che ne aveva sottolineato evidenti vulnerabilità tecniche. Secondo il dipartimento della Difesa, gruppi di hacker russi avrebbero potuto facilmente spiare chat che si presumevano criptate «prendendo di mira persone di interesse». Aveva quindi chiesto di utilizzarla solo per «condividere informazioni non classificate, ma non per inviare informazioni “non pubbliche”».

La protesta di WhatsApp: «Noi app sicura, in Senato non c’è stato nessun divieto»

A schierarsi duramente contro il divieto di WhatsApp è ovviamente Meta, la società madre dell’app di messaggistica: «Non siamo d’accordo con la caratterizzazione», ha fatto sapere tramite un portavoce. «I messaggi su WhatsApp sono crittografati end-to-end per impostazione predefinita, il che significa che solo i destinatari e nemmeno WhatsApp possono vederli». Un livello di sicurezza, ha aggiunto Meta, di molto superiore a molte altre piattaforme. L’azienda di Mark Zuckerberg ha poi sottolineato l’incongruenza del divieto, valido per la Camera dei rappresentanti mentre in Senato tutti i membri hanno ancora libero accesso a WhatsApp: «Sappiamo che i membri e i loro collaboratori usano regolarmente WhatsApp e siamo ansiosi di garantire che i membri della Camera possano unirsi alle loro controparti del Senato per farlo ufficialmente».

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