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Paragon e i giornalisti spiati, Ciriani: «Non facciamo approfondimenti per non sovrapporci ai pm che indagano»

luca ciriani paragon camera
luca ciriani paragon camera
Il ministro per i Rapporti con il parlamento al question time della Camera: «Sempre collaborato con Camera e Senato»

Non si ferma l’attenzione sul caso Paragon e sui giornalisti spiati da un software molto invasivo che la stessa Paragon (società israeliana che produce il trojan Graphite) concede solo a istituzioni pubbliche. Oggi, 25 giugno, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha risposto ad un nuovo question time, stavolta proposto da Davide Faraone, Italia Viva, che gli chiedeva perché il governo non avesse preso le distanze né chiarito ulteriormente, né sul direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, né sugli altri giornalisti coinvolti, Ciro Pellegrino e Roberto d’Agostino.

La risposta di Ciriani

Ciriani è stato molto sintetico e si è limitato a dire che «il governo ribadisce di aver sempre collaborato con il parlamento su Paragon» ma che dopo il deposito della relazione del Copasir «sono arrivate altre ipotesi di altri giornalisti spiati»: «Ci sono state anche ulteriori indagini giudiziarie, svolte congiuntamente da Roma e Napoli. Il governo non si sovrappone, collaborerà come ha fatto con il Copasir. Faraone ha dichiarato di non essere convinto: «Ci si rimette a quello che fa la magistratura, questo ci fa comprendere come questo governo non ha nessun rispetto della democrazia e di come dovrebbe funzionare, non prova nessuno scandalo nel fatto che ci siano giornalisti che sono spiati non da qualcuno che va contro la legge, ma da istituzioni pubbliche, visto che Paragon è in uso solo a istituzioni pubbliche. L’impressione è che governo voglia mettersi alle spalle questo mistero».

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