Allarme bulli alle scuole medie, 1 adolescente su 5 vittima dei compagni. Ucraini e rumeni i più colpiti – I dati


In quegli anni fragili in cui si cresce in fretta, tra i banchi delle scuole medie, dove si dovrebbe imparare a conoscersi e a rispettarsi, sempre più ragazzi si trovano invece a fare i conti con l’umiliazione, l’isolamento, la paura. È proprio lì, tra gli 11 e i 13 anni, che il bullismo colpisce più duro. È quanto emerge dal nuovo report dell’Istat, presentato oggi a Palazzo Chigi: 1 adolescente su 5 ha dichiarato di essere stato vittima di prepotenze, offese, esclusioni. Ma il quadro si fa ancora più inquietante se si guarda oltre. Nell’arco d’età che va dagli 11 ai 19 anni, ben il 68,5% dei ragazzi e delle ragazze ha subito, nell’ultimo anno, almeno un comportamento offensivo, denigratorio o non rispettoso. Una cifra che racconta di una quotidianità difficile per moltissimi adolescenti, fatta non solo di episodi isolati, ma spesso ripetuti e persistenti.
Giovani rumeni e ucraini i più colpiti
Le percentuali parlano chiaro: il 21,5% dei maschi e il 20,5% delle femmine si definiscono vittime di bullismo. Il fenomeno varia anche a seconda del territorio: nel Nord-Ovest, il dato raggiunge il 71%, mentre nel Mezzogiorno si attesta al 66,5%. Dietro queste percentuali, ci sono storie reali, visi che si abbassano, silenzi nei corridoi della scuola, messaggi crudeli che rimbalzano sui telefoni. E a colpire è soprattutto la frequenza con cui queste violenze si ripetono: per il 21% dei ragazzi, gli episodi sono mensili, per l’8% addirittura settimanali. Un accanimento che diventa ancora più grave se si osservano i dati riferiti ai minori stranieri: su di loro, il bullismo si abbatte con maggiore durezza. I giovani di origine romena risultano i più colpiti (29,2%), seguiti da quelli ucraini (27,8%), ma anche cinesi, albanesi e marocchini superano il 22%.
Cyberbullismo
Non va meglio nel mondo digitale. Il cyberbullismo, più subdolo, silenzioso, ma non meno dannoso, colpisce il 39,8% degli studenti stranieri, contro il 33,3% degli italiani. Sono parole, foto, commenti. E ora si aggiunge anche l’intelligenza artificiale con la creazione di foto e video fake. L’allarme lanciato dall’Istat non è solo statistico: è un allarme che chiede responsabilità e continui programmi educativi al rispetto. Alla presentazione del report, infatti, è intervenuto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sollecitato sulla risposta istituzionale al fenomeno. «Il 96,7% delle scuole ha avviato percorsi di educazione al rispetto e alle relazioni», ha dichiarato.
Valditara: «Piani attivi in quasi tutte le scuole»
Secondo quanto riportato dal ministro, «l’87% degli istituti superiori italiani ha risposto al quesito del ministero relativo all’attuazione delle nuove linee guida sull’educazione civica. I risultati sono stati incoraggianti: nel 70% dei casi si è registrato un cambiamento positivo nel comportamento dei ragazzi, come rilevato dai docenti». Valditara ci ha tenuto a sottolineare che, nelle nuove linee guida in vigore da settembre 2024, è stata inserita la cultura del rispetto come tema prioritario. «Non ci siamo fermati all’educazione civica. Abbiamo esteso il principio del rispetto nelle nuove indicazioni nazionali, i cosiddetti programmi scolastici, che dovrebbero essere approvati in via definitiva a breve». Inoltre, il ministro ha rivendicato il divieto di utilizzo dei cellulari a scuola, anche a fini didattici: «Stimola l’aggressività e tante ricerche lo stanno dimostrando, quindi una pausa al cellulare, un uso più corretto ed equilibrato dal telefono significa anche affrontare questo problema di aggressività crescente».