I leader Ue e il rinvio sulle sanzioni a Israele: «A Gaza situazione abominevole, a luglio valuteremo le opzioni»


Un rapporto lungo otto pagine in cui erano elencate tutte le violazioni dei diritti umani compiute da Israele nella Striscia di Gaza non è stato sufficiente. Il Consiglio europeo, a cui hanno partecipato tutti i leader dei 27 Paesi membri Ue, ha concordato di «continuare prossimamente le discussioni, prendendo in considerazione la situazione sul campo». Il rinvio a luglio su eventuali sanzioni a Tel Aviv è beendetto stamattina dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen: «Continueremo a chiedere un cessate il fuoco sostenibile e il rilascio degli ostaggi, affinché si giunga a una cessazione definitiva delle ostilità». Anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz, in uscita dal vertice, si è limitato a parlare di «discussioni molto intense» e di una «preoccupazione condivisa» per la situazione nell’enclave palestinese. Niente di più, per ora.
Il filo del dialogo dell’Ue: «Israele è un amico, con loro dobbiamo essere franchi»
L’Unione europea prende tempo. Ben lontano dunque il risultato dal vertice dallo spirito guerrigliero con cui il premier spagnolo Pedro Sanchez aveva puntato il dito contro il «doppio gioco» di Bruxelles. Il Consiglio europeo si è limitato a una condanna formale, le parole usate però sono sempre più forti. «Non possiamo perdere di vista la situazione umanitaria a Gaza, che rimane abominevole e insostenibile», ha commentato Ursula von der Leyen. «Gli aiuti umanitari devono raggiungere Gaza immediatamente, senza ostacoli, rapidamente e in quantità adeguata». Il presidente del Consiglio, il portoghese Antonio Costa, le ha fatto eco: «Israele è un amico ma con gli amici dobbiamo essere franchi e chiari. Il dossier presentato dall’Alto rappresentante Kaja Kallas è chiaro, ci sono violazioni sistematiche dei diritti umani».
La speranza dell’Ue: «Influenziamo Israele verso una tregua»
Ma se anche il rapporto sembra appunto «chiaro», se ne riparlerà tra un mese. «Abbiamo chiesto a Kallas di portare al prossimo Consiglio Affari Esteri delle opzioni», ha concluso Costa. «Nel mentre chiediamo a Israele di mettere fine al blocco a Gaza e di terminare gli insediamenti illegali in Cisgiordania». Una direzione che anche il cancelliere tedesco Merz ha auspicato: «Abbiamo discusso molto intensamente della situazione umanitaria, sui vari modi in cui insieme agli americani possiamo ora influenzare Israele affinché raggiunga un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza».