Iran, la rivelazione degli Usa: sulla centrale di Isfahan «nessuna superbomba, è troppo profonda». A Teheran in migliaia per i funerali dei generali: «Morte a Israele»


Emergono giorno dopo giorno le verità riguardo al bombardamento che gli americani hanno condotto su tre siti nucleari iraniani. Secondo quanto ha riferito la Cnn, la Air Force non avrebbe usato bombe cosiddette bunker buster per colpire la centrale di Isfahan. L’impianto, come ha spiegato il capo di stato maggiore congiunto Dan Caine, sarebbe infatti costruito troppo in profondità per dare a Washington l’assoluta certezza di aver colpito il bersaglio. Per questo gli Stati Uniti hanno optato per un bombardamento più tradizionale con missili Tomahawk senza appoggiarsi alle Massive Ordnance Penetrator (Mop). Secondo alcune fonti di intelligence, proprio a Isfahan il regime degli Ayatollahh conserverebbe intorno al 60% delle riserve totali di uranio arricchito.
Gli scavi intorno a Fordow: «Vogliono estrarre l’uranio rimasto intrappolato»
Quanti danni i bombardieri americani abbiano fatto agli altri due siti di arricchimento di uranio – quelli di Natanz e Fordow – è ancora un terreno di battaglia tra esperti di intelligence. C’è chi parla di conseguenze ingenti, di distruzione quasi completa o di un’operazione che si è limitata a riavvolgere il nastro «solo di qualche mese» al programma nucleare iraniano. A cui si aggiunge il mistero dell’uranio scomparso, tra chi dice che è stato spostato e chi assicura che sia ancora nel ventre della montagna. Alcune immagini satellitari, catturate da Maxar e pubblicate da Iran International, sembrano rispondere almeno parzialmente a questi dubbi. Nelle ultime ore, una serie di macchinari per scavi avrebbero lavorato proprio intorno alla centrale. Secondo il canale Channel 12, sarebbero tentativi di estrarre uranio per uso militare rimarso sepolto dalle bunker buster e dai raid delle scorse settimane.
June 27, 2025
Raid su Teheran, lo Yemen avverte: «Iran sta traslocando la sua industria militare»
Intanto le ore di silenzio e di tregua tra Iran e Israele iniziano a scricchiolare. Fonti della Repubblica islamica parlano di esplosioni udite a Eslamshahr, nella parte ovest di Teheran. In quelle zone sarebbe stata attivato il sistema contraereo, in particolare nei pressi di un complesso militare e di un sito missilistico già preso di mira da pesanti bombardamenti israeliani. Per rispondere a un’eventuale ulteriore escalation, l’Iran staprendendo contromisure. Il ministro dell’Informazione dello Yemen, non legato al gruppo paramilitare filo-Teheran degli Houthi, ha fatto sapere che la Repubblica islamica starebbe trasferendo parte della sua industria militare proprio nelle aree controllate dalla milizia sciita yemenita.
Il corteo funebre e il ritorno del generale Qaani
Per le strade di Teheran, approfittando del quasi totale silenzio nei cieli, dalle 8 di stamattina si sono celebrate le esequie di 60 persone uccise nella «guerra dei 12 giorni» con Israele. Tra loro, oltre a quattro bambini, ci sarebbero anche scienziati nucleari e alti comandanti militari come il comandante delle Guardie Rivoluzionarie Hossein Salami e il generale di divisione Mohammad Bagheri.

Dopo il funerale, il corteo si muoverà per circa 11 chilometri. Tra le migliaia di persone presenti alle esequie, ci sarebbe anche il comandante delle Forze Quds delle Guardie Rivoluzionarie, Esmail Qaani. Dato per morto lo scorso 24 giugno, era ricomparso in un video vivo e vegeto qualche giorno dopo.le persone per strada si sono mosse al grido di: «A morte Israele! A morte l’America!».