Il falso volantino sui vaccini obbligatori in Europa


Secondo un volantino di stampo No vax, riscontrato in diverse condivisioni Facebook, in Italia si inietterebbero ai bambini troppi vaccini rispetto al resto dell’Unione Europa (e non solo). Inoltre, sostiene che in molti Paesi europei non ci sarebbero affatto obblighi relativi alla vaccinazione pediatrica. Non risulta affatto così.
Per chi ha fretta:
- Secondo un volantino in Italia esisterebbero troppi vaccini obbligatori rispetto agli altri Paesi europei.
- In realtà sono almeno una decina i Paesi dell’Ue che prevedono almeno 10 vaccini obbligatori per i bambini.
- In generale non ha proprio senso parlare di troppi vaccini, perché la salute non viene compromessa, anzi, si calcola che dagli anni ’70 a oggi siano state salvate oltre 150milioni di vite, soprattutto tra i bambini.
Analisi
Il volantino sui troppi vaccini che si farebbero in Italia riporta la seguente didascalia:
VACCINI OBBLIGATORI IN EUROPA
Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia,
Germania, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo,
Norvegia, Olanda, Spagna, Regno Unito, Svezia
NESSUNO
Francia
4 VACCINI
Grecia e Portogallo
3 VACCINI
Belgio
1 VACCINO
Italia???
12 VACCINI!!!
SVEGLIAMOCI DAL TORPORE!

Troppi vaccini rispetto agli altri Paesi?
Tra i primi a sollevare la narrazione sui troppi vaccini è stato il senatore Claudio Borghi, come ci ricorda un fact-checking di Pagella Politica del luglio 2024. Il politico leghista spiegava perché voleva l’abolizione della «legge Lorenzin», che secondo lui «impone l’obbligo di 12 vaccini ai bambini per potersi iscrivere all’asilo […]. In Europa solo noi e la Francia abbiamo questo obbligo: tutti gli altri Paesi non ce l’hanno l’obbligo e le cose vanno meglio».
In realtà i vaccini obbligatori per i bambini non sono dodici, come si può evincere leggendo il testo del decreto legge in oggetto (DL n°73 del 2017). Si stabilisce l’obbligatorietà e la gratuità di dieci vaccinazioni per i minori tra zero e 16 anni: contro poliomielite; difterite; tetano; epatite B; pertosse; Haemophilus Influenzae di tipo B; morbillo; rosolia e varicella. Inizialmente, il decreto prevedeva dodici vaccinazioni, ma durante l’esame parlamentare i vaccini contro il meningococco B e C sono stati rimossi dall’elenco degli obbligatori.
Inoltre, secondo i dati più aggiornati che abbiamo verificato nel sito Web del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), si osserva che nove Paesi europei hanno almeno dieci vaccini obbligatori per i bambini più piccoli: Slovenia e Italia ne hanno dieci. Bulgaria, Croazia, Francia, Polonia e Slovacchia ne prevedono 11, l’Ungheria 12. La Lettonia si distingue con 14 vaccini obbligatori. Dunque, l’Italia non è affatto un caso isolato. Ci sono anche Paesi senza vaccini obbligatori. Queste scelte però riguardano la politica più che l’epidemiologia.
Esiste un “sovraccarico” vaccinale?
Tornando al volantino No vax, sembra evidente che il nocciolo della questione sia il presunto sovraccarico vaccinale che dovrebbe danneggiare i bambini. Esiste davvero questo pericolo? Come spiega il pediatra Guido Castelli Gattinara dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, «Nel bambino piccolo, tanti vaccini tutti insieme sono indispensabili proprio per proteggerli da tanti pericoli. Il sistema immunitario non ne soffre, anzi, ne esce rafforzato».
Che gli antigeni a cui è sottoposto il bambino siano tutti uguali o provenienti da vaccini diversi non cambia sostanzialmente niente per il sistema immunitario in termini di rischi, mentre aumentano i benefici, nella misura in cui si è protetti da malattie che possono portare a pericolose complicazioni. Basti pensare che secondo uno studio dell’OMS del 2024, i vaccini hanno salvato 154 milioni di vite, specialmente tra i bambini, dal 1974 a oggi.
Conclusioni
Non ha senso suggerire che in un dato Paese si facciano troppi vaccini, inoltre abbiamo visto che l’Italia come la Francia e diversi altri paesi europei prevedono numerose vaccinazioni obbligatorie, senza che questo abbia portato a gravi conseguenze nei bambini.
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