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Il vaccino Pfizer trattato come il plutonio? Come hanno mal interpretato un documento dell’Asl4 ligure

30 Novembre 2021 - 01:21 Juanne Pili
Le fiale di vaccino sono preziose, la precauzione con cui si usano non indica che ci vogliono iniettare sostanze pericolose

Circola un video in cui Gianluigi Paragone mette – come esempio – il vaccino contro il nuovo Coronavirus sullo stesso livello di una sostanza radioattiva: «Lo trattano come plutonio e a noi ce lo iniettano, incredibile», leggiamo nella didascalia in cima alla clip – apparsa su TikTok e diffusa via Facebook – che i No vax hanno preso sul serio. Potremmo valutare l’eventualità che il senatore ex M5s possa essersi espresso in “maniera goliardica”, tuttavia parliamo di un tema delicato e polarizzante. Di fatto, il video riporta affermazioni prive di contesto sulle procedure seguite quando un vaccino si spande a terra, pratiche del tutto normali.

Per chi ha fretta:

  • I vaccini sono testati per essere iniettati, non inalati o spalmati nei pavimenti.
  • Per principio di precauzione le procedure di sicurezza devono essere seguite sempre, anche quando le probabilità di essere contaminati è bassissima.
  • Nel video vengono citate alcune sostanze di uso comune per la pulizia dei laboratori, ma riportate con la relativa formula chimica possono comparire spaventose ai non addetti ai lavori.

Analisi

Ecco il post Facebook pubblicato nel gruppo Sentire LiberaMente il primo novembre 2021 con il seguente testo in alto nel video: «Lo trattano come plutonio e a noi c è lo iniettano incredibile» (errori inclusi, Ndr).

Nel video, Paragone legge un testo che definisce «direttiva». Molto probabilmente si tratta della stessa procedura elencata in un documento della Asl4 ligure, che troviamo citato e distorto in diversi blog. Si tratta del Protocollo 1069/SPP datato 31 dicembre 2020. Si intitola «Gestione Operativa spandimento accidentale correlato alla rottura della fiala contenente il vaccino». 

La probabile fonte a cui fa riferimento Gianluigi Paragone.

«Hanno fatto una direttiva, ve la leggo: “in riferimento a quanto in oggetto”, cioè se cade una fiala e si rompe che cazzo dobbiamo fare? – Continua Paragone -, questo è quello che accade: “qualora durante le fasi di manipolazione e somministrazione del vaccino dovesse verificarsi uno spandimento conseguente alla rottura della fiala contenente lo stesso, procedere nelle modalità che seguono”. Quindi ricordatevi che è caduto per terra quello che di solito loro mettono nel nostro corpo […] come viene trattato nel caso in cui dovesse cadere? “Delimitare l’area e ventilare l’ambiente”. ‘Sti cazzi! “Indossare i seguenti DPI: [segue l’elenco delle altre procedure raccomandate, Ndr]».

Un post del 31 ottobre intitolato «Come a Cernobyl e Fukushima» che riporta le informazioni dell’Asl4 ligure.

A un certo punto Paragone si “scandalizza” nel leggere che per disinfettare si deve usare «ipoclorito di sodio», ignorando forse che si tratta del termine con cui si definisce in chimica la comune candeggina (Sic!).

Un’immagine diffusa via Facebook ripresa da un articolo del sito Italiador.com che riporta il documento dell’Asl4 ligure senza fornire spiegazioni.

Lo stesso documento dell’Asl4 ligure viene commentato in un video pubblicato dalla Dott.ssa Barbara Balanzoni lo scorso 29 ottobre 2021 dal titolo «Spandimento accidentale elisir».

Perché i vaccini sono sicuri, se li iniettiamo

Siamo effettivamente di fronte alla totale mancanza del contesto autentico a cui le raccomandazioni lette da Paragone si riferiscono, senza il quale non è possibile avere un’idea obiettiva, quindi scevra da pregiudizi. Il biologo molecolare Francesco Cacciante spiega a Open che «come al solito si prende come metro per giudicare la pericolosità di una sostanza, o la sua idoneità, quel che si fa quando viene usata nel modo sbagliato. Lui dice: se quando casca bisogna fare tutte quelle cose, allora perché ce lo iniettate nel corpo?».

Il vero pericolo forse sta nel fatto che quella dose di vaccino non potrà più essere utilizzata. «Certamente, ma tutta quella procedura è una prassi conosciuta nei laboratori – continua Cacciante – anche per proteggersi dal rischio biologico. Torniamo al principio di precauzione: se io so che il vaccino non è fatto per essere lanciato a terra, perché è stato testato per venire iniettato intramuscolarmente, io non so altrimenti cosa può succedere se evapora e lo inalo; se entra in contatto con le mucose; con la pelle, eccetera».

Ma è anche probabile che non succeda niente. «Ma siccome non lo so, io devo usare il principio di precauzione. Siccome sono materiali biologici, in assenza di qualunque altra conoscenza, uso tutte le imbracature e tutte le misure di protezione possibili – spiega l’Esperto – Una cosa buffa che ho notato è quando spiega cosa usano per la decontaminazione con ipoclorito di sodio. Detta così fa paura. Ma significa pulire con la candeggina. Chi ha visto la serie Tv Dexter sa bene che le macchie di sangue vanno via benissimo con quella sostanza».

Effettivamente ci sono tante sostanze innocue che se usate in maniera impropria potrebbero diventare pericolose. «Per esempio il sapone – conclude Cacciante – lo puoi utilizzare tranquillamente per lavarti, però se lo mangi devi andare all’ospedale. Questo perché è stato testato per la pulizia del corpo, non certo a scopi alimentari».

Conclusioni

Una saponetta è innocua, ma solo se la usiamo per il suo scopo. Se per caso la ingeriamo le cose potrebbero mettersi male. Eppure a nessuno verrebbe in mente di mettere il sapone sullo stesso piano dell’arsenico. Questo perché il contesto dell’uso del sapone è chiaro a tutti. Non è lo stesso quando si parla del trattamento di sostanze biologiche come i vaccini, o altri ambiti conosciuti solo agli addetti ai lavori.

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