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Processo a Grillo jr, chiesti nove anni di reclusione ai 4 amici per violenza sessuale: la ricostruzione della serata e le attenuanti

01 Luglio 2025 - 12:35 Ugo Milano
ciro grillo stupro gruppo processo
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Il procuratore capo di Tempio Pausania ha chiesto la condanna per Ciro Grillo e gli altri tre imputati nel processo per il presunto stupro di gruppo. La difesa: «Non è finita qui»

Nove anni di reclusione per tutti i quattro imputati: questa la richiesta della procura di Tempio Pausania, nel nord della Sardegna, per Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. I quattro giovani genovesi sono accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese e di una sua amica. Al termine della sua requisitoria il procuratore capo, Gregorio Capasso, ha chiesto alla Corte che fossero riconosciute attenuanti generiche per la giovane età dei quattro imputati. Ha chiesto anche la confisca preventiva dei beni e il risarcimento delle vittime. Secondo la procura, infatti, avendo «bevuto, e tanto» la ragazza non era in grado di esprimere un eventuale consenso.

I reati contestati a Grillo jr e agli amici

«Non è stato un processo facile, ci siamo impegnati senza farci travolgere dalle emozioni», ha commentato il procuratore capo Capasso. «Tutti questi ragazzi e ragazze sono stati coinvolti in una vicenda più grande di loro per la quale hanno sofferto e stanno soffrendo». Il pubblico ministero contesta ai quattro imputati due capi di imputazione. Il capo A si riferirebbe a una prima fase della violenza di gruppo, divisa a sua volta in tre momenti differenti. In primo luogo, Francesco Corsiglia sarebbe stato respinto dalla studentessa. In un secondo, sempre Corsiglia avrebbe consumato un rapporto con lei mentre gli altri – secondo l’accusa – sarebbero stati a guardare prima di intervenire. Infine il vero e proprio stupro di gruppo, del quale sono stati girati anche dei video e che il pm avrebbe registrato almeno in parte. Il capo B, invece, riguarderebbe le fotografie scattate con la seconda ragazza mentre lei dormiva. Queste coinvolgerebbero Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, che si sarebbero posizionati al suo fianco in atteggiamenti a sfondo sessuale

La difesa promette battaglia: «Abbiamo tutto per concludere positivamente»

La difesa è però certa di poter ottenere il proscioglimento. «Ci aspettavamo una richiesta di condanna ad una pena molto elevata. Nella nostra discussione faremo rilevare tutti quelli che sono gli elementi che tolgono attendibilità alla persona offesa e le prove che ci sono sull’innocenza del mio assistito», ha detto Genaro Velle, legale di Francesco Corsiglia. «Certamente non è finita qui, attenderemo poi il verdetto dei giudici, ma abbiamo tutte le frecce nel nostro arco per arrivare, speriamo, ad una conclusione positiva del processo».

Cosa era successo

I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019. Dopo una serata trascorsa tra i locali della Costa Smeralda e nella discoteca Billionaire, dove la presunta vittima e la sua amica avrebbero conosciuto il gruppetto di genovesi, le due si sarebbero aggregate ai quattro ragazzi raggiungendo la villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo. Qui, secondo il racconto della ragazza allora 19enne, avrebbe subito uno stupro di gruppo, che gli imputati hanno sempre negato parlando di «rapporti consenzienti».

Le lacrime di Grillo jr e le parti civili

Ieri, per la prima volta dall’inizio del dibattimento, Grillo jr. era comparso in aula e aveva rilasciato delle dichiarazioni spontanee ribadendo la sua innocenza («Non ho mai approfittato di qualcuno»), ricordando la laurea appena ottenuta in giurisprudenza e chiedendo ai giudici di non essere strappato alla figlia nascitura. Dichiarazioni che hanno fatto breccia anche negli avvocati delle parti civili: «Mi immedesimo in questo praticante prossimo padre, imputato, che dice con una certa umiltà: “Eravamo tutti consapevoli”. Il problema di questo processo è che tutto è controvertibile. Quello che non è lo è, è che non tutti eravamo consapevoli perché c’era una persona che dormiva», ha detto Vincio Nardi, legale di parte civile della seconda ragazza.   

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