Guerra a Gaza, l’allarme dei medici: «Manca il latte artificiale»


I medici di Gaza hanno lanciato l’allarme: la carenza di latte artificiale sta mettendo a rischio la vita di centinaia di neonati, mentre Israele continua a limitare l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia. A riportarlo è il Guardian.
L’allarme dei medici a Gaza: «i bambini sono pelle e ossa»
Il dottor Ahmad al-Farra, primario di pediatria all’ospedale Nasser di Khan Younis, ha dichiarato che nel suo reparto restano scorte per appena una settimana. Il latte specifico per prematuri è già finito, costringendolo a razionare quello standard tra i neonati ricoverati. «Non riesco nemmeno a descrivere quanto sia grave la situazione. Al momento, abbiamo abbastanza latte artificiale per circa una settimana. Ma abbiamo anche neonati fuori dall’ospedale senza accesso al latte. È catastrofico, sono pelle e ossa, l’unica soluzione è che la guerra finisca», ha detto al Guardian. Secondo i medici, le forniture entrate finora tramite la discussa Gaza Humanitarian Foundation – sostenuta da USA e Israele – non comprendono latte artificiale per i neonati.
Almeno 19 morti nei nuovi raid israeliani
intanto, all’alba di sabato 5 luglio, almeno 19 palestinesi sono stati uccisi a seguito di una serie di attacchi aerei e di artiglieria lanciati dalle forze israeliane in diverse aree della Striscia di Gaza, secondo quanto riferiscono fonti mediche e testimoni oculari. Lo riporta l’agenzia palestinese Wafa. L’attacco più mortale è avvenuto ad Al-Mawasi, a ovest di Khan Younis, dove le forze israeliane avrebbero preso di mira le tende che ospitavano i civili sfollati, uccidendo sette persone e ferendone più di dieci in quello che la gente del posto ha descritto come un massacro. In un’altra zona di Khan Younis, a ovest della città, un padre e suo figlio sono stati uccisi in un attacco aereo.
Hamas si dice «pronto ad avviare i negoziati»
Sempre nelle ultime ore, Hamas ha fatto sapere di essere «pronto ad avviare immediatamente negoziati» per porre fine alla guerra a Gaza. Fonti della tv del Qatar Al Araby hanno riferito che la risposta positiva alla proposta Usa di cessate il fuoco richiede però delle «piccole modifiche», tra cui l’impegno a non riprendere i combattimenti dopo la tregua di 60 giorni, promettendo di proseguire i negoziati con Egitto, Qatar e Stati Uniti.