Lucio Corsi sbanca al Premio Tenco: miglior album e migliore canzone. Premiate Anna Castiglia e La Niña


Il gran giro di giostra della stagione musicale di Lucio Corsi si chiude con l’ennesimo trionfo: le Targhe Tenco per il miglior album e per la migliore canzone del 2025 con lo stesso titolo: Volevo essere un duro. Il brano grazie al quale Lucio Corsi si fa spazio nella gallery di quelli che hanno vinto il Festival di Sanremo senza averlo vinto davvero (per lui solo un secondo posto), il brano che sta svoltando la sua carriera, che, andando sui meri dati, gli ha permesso di regalarsi un tour estivo sold out e il clamore del largo pubblico mainstream. A proposito di Sanremo, su Instagram, ringraziando il Premio Tenco, ripete quanto già espresso in diverse interviste nell’ultimo anno: «Sogno un futuro in cui questa rassegna abbia la stessa visibilità del festival di Sanremo». Il cantautore toscano nella categoria miglior album ha raccolto 73 voti, superando in preferenze Brunori Sas (L’albero delle noci, 40 voti), Piero Ciampi (con album postumo Siamo in cattive acque, 48), Emma Nolde (Nuovospaziotempo, 44) e Federico Sirianni (La promessa della felicità, 34). Forse ancor più significativa la vittoria nella categoria per la miglior canzone, che stravince con 79 voti, perché lì se la vedeva con brani che hanno segnato la stagione come L’albero delle noci di Brunori Sas (39 voti) e Quando sarai piccola di Simone Cristicchi (29 voti), anche queste nella playlist di Sanremo 2025, e poi Figlia d’ ‘a Tempesta de La Niña (45 voti) e Gli sbandati hanno perso di Marracash (43).
Migliore opera prima ad Anna Castiglia
Le Targhe Tenco, assegnate da una giuria di selezionati esperti musicali, premiano quest’anno anche un’altra protagonista della scena cantautorale italiana. Anna Castiglia, catanese classe 1998, vince la Targa per la migliore opera prima, l’album Mi piace. Il pubblico l’ha conosciuta a X Factor, anche se Morgan in ultima selezione l’ha scartata. Ma la folgorazione è stata immediata, tutti hanno capito fin da subito di avere a che fare con una nuova straordinaria cantautrice. La sua musica è ironica, pungente, raffinata, le radici sicule sono raccontate con la giusta epica, senza mai scadere nello stereotipo, nel “Tornatorismo” più ammiccante. E il pubblico l’ha premiata accorrendo ai suoi concerti, per assistere a quello che è considerato nell’ambiente uno dei migliori spettacoli dell’anno. Anna Castiglia nella sua categoria batte con 97 voti Cristiano Fattorini (Tutto intorno, 18 voti), Laurynn (Aritmia, 28), P.A.O. (A cuore aperto, 24), ma soprattutto l’altro favorito per il premio, Luca Romagnoli, voce e penna dei Management, formazione culto del giro underground, che ha fatto uscire da solista il bellissimo disco La miseria. Per lui 36 preferenze.
Miglior disco in dialetto a La Niña
Ad aggiudicarsi la targa per il miglior album in dialetto, preferita da 77 giudici, invece è La Niña, cantautrice napoletana 34enne che ha lasciato tutti sbigottiti quest’anno con l’album Furèsta. Un album meraviglioso che mescola sonorità moderne e ancestrali, che apre nuove intriganti prospettive sulla world music, trascinato dal successo di una piccola grande perla come Figlia d’ ‘a Tempesta, brano femminista giustamente candidato per la miglior canzone. Un disco talmente azzeccato e potente da permetterle di incassare le preferenze dei giurati a dispetto di nomi come Enzo Gragnaniello (L’ammore è na rivoluzione, 65 voti), Liberato (Liberato III, 26 preferenze), Alvise Nodale (Gotes, 26) e Stefano Saletti (Mediterranima, 36).
Gli altri vincitori
La Targa per il miglior album di interprete va quest’anno alla bravissima Ginevra Di Marco per il suo Kaleidoscope, che vince la sua categoria con 60 voti, battendo altri interessantissimi progetti, come quello di Ornella Vanoni, che chiude la sua corsa a 52 voti, l’album si intitola Diverse. In gara anche la divina Mia Martini con Tarab, un disco postumo di inediti che però convince solo 39 giurati. Chiudono la categoria Ilaria Pilar Patassini con Canto Conte e Giulia Pratelli e Luca Guidi con Di Blu. Omaggio a Domenico Modugno. Il migliore album a progetto dell’anno va invece a Caroline Pagani che raccoglie 63 voti per il suo Pagani per Pagani e battendo Sarò Franco Vol. 2 – Altre canzoni inedite di Califano, Canzoni di Fuga e Speranza, Noi de borgata. Le canzoni di Armandino Liberti e Trentatré Suonati.