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Francesca Bergesio, i due stalker dell’ex Miss Italia: «Ti lego al letto e ti stupro»

francesca bergesio stalking
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Un giovane di Catania e un un altro uomo l'hanno perseguitata insieme al padre

L’ex miss Italia Francesca Bergesio è stata vittima di stalking. «So dove abiti», «Ti lego al letto e ti stupro», sono i messaggi che ha ricevuto la studentessa di Cervere nel Cuneese nell’autunno 2023. La procura di Asti ha notificato l’avviso di conclusione indagini a un giovane di Catania e a un altro hater. Il primo messaggio è arrivato a febbraio. L’immagine di un teschio e la scritta «Ti stupro». Poi un secondo: «Vorrei incatenarti al letto e stuprarti per ore e ore». E ancora, in un’altra mail: «Tanto so dove abiti…». La storia la racconta oggi Il Messaggero.

Gli stalker di Bergesio

Bergesio, assistita dall’avvocato Nicola Menardo, decide di denunciare. Le indagini del procuratore aggiunto Laura Deodato portano subito a un nome. Il giovane, catanese, di 26 anni, dovrà rispondere di minacce. La procura gli contesta anche di avere agito con l’aggravante della provenienza anonima e della gravità dell’intimidazione. Intanto un altro uomo a Brescia è stato condannato a tre mesi di carcere con il patteggiamento (convertiti in 180 ore di lavori di pubblica utilità). Lui, che si nascondeva dietro il profilo di una donna, ha minacciato anche il padre, il senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio. «So dove abiti, vengo a violentarti, ammazzo te e tuo padre», si leggeva in uno dei messaggi.

La prima denuncia

«Ho avuto tanta paura ha raccontato dopo aver sporto la prima denuncia non sai cosa possa succedere dopo. Queste minacce erano veramente troppo gravi, mi sono spaventata, ne ho parlato con i miei genitori e insieme abbiamo deciso di denunciare. È stato importante farlo, perché la situazione poteva diventare pericolosa». L’iniziativa giudiziaria, aveva spiegato l’avvocato Nicola Menardo voleva incoraggiare le donne «a denunciare qualsiasi tipo di violenza e sopraffazione», dice oggi Bergesio. Adesso la giovane dice di sentirsi più forte, nella speranza che la sua esperienza possa far capire a molte altre donne che «va cambiato qualcosa nella nostra quotidianità» e che «si deve reagire».

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