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Gergiev a Caserta diventa un caso, il concerto del direttore d’orchestra filoputiniano divide la politica. Giuli: «Allarme propaganda»

15 Luglio 2025 - 23:45 Cecilia Dardana
Valery Gergiev direttore orchestra russo
Valery Gergiev direttore orchestra russo
Tutto nasce dall’appello pubblico di Julya Navalnaya, vedova del dissidente russo Alexei Navalny, che ha chiesto l’annullamento dell’evento, definendo Gergiev «una voce al servizio del regime di Putin»

A meno di due settimane dal concerto del direttore d’orchestra russo Valerij Gergiev, previsto per il 27 luglio alla Reggia di Caserta, esplode la polemica politica. Il caso è diventato un nodo simbolico tra libertà artistica, propaganda e rapporti internazionali. A far scattare l’allarme è stato l’appello pubblico di Julya Navalnaya, vedova del dissidente russo Alexei Navalny, che ha chiesto l’annullamento dell’evento, definendo Gergiev «una voce al servizio del regime di Putin». L’esibizione, finanziata e promossa dalla Regione Campania, ha diviso nettamente il panorama politico italiano.

Chi è Valerij Gergiev

Valerij Gergiev è uno dei più noti direttori d’orchestra contemporanei, ma è anche una figura controversa per le sue posizioni filogovernative in Russia. Ha più volte partecipato a eventi promossi dal Cremlino, esprimendo pubblicamente sostegno a Vladimir Putin, anche durante le fasi più critiche della guerra in Ucraina. Negli ultimi anni, molte istituzioni culturali europee hanno annullato collaborazioni con lui, in segno di dissenso politico.

Il ministro Giuli: «Libertà sì, ma attenzione alla propaganda»

Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha invitato alla riflessione sul ruolo dell’arte nel contesto internazionale, soprattutto quando coinvolge figure con posizioni esplicitamente filoputiniane, come Gergiev, noto per la sua vicinanza al Cremlino e la partecipazione a eventi patriottici russi. Il ministro ha infatti commentato duramente l’iniziativa: «L’arte è libera e non può essere censurata. Ma la propaganda è un’altra cosa. Questo concerto, promosso con fondi pubblici, rischia di far passare un messaggio sbagliato. Non possiamo permetterci di legittimare chi ha sostenuto apertamente l’invasione dell’Ucraina».

Pd e Azione contro l’evento

Anche il Partito Democratico e Carlo Calenda, leader di Azione, si sono schierati contro l’evento. «Il direttore d’orchestra è un propagandista dello zar – ha dichiarato Calenda –. Non si può usare la cultura per normalizzare un regime che calpesta i diritti umani». Il Pd parla di «inaccettabile ambiguità» e chiede alla Regione Campania di revocare l’invito e l’utilizzo di fondi pubblici per l’iniziativa.

De Luca difende il concerto: «No alle preclusioni, servono ponti»

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, non ha però alcuna intenzione di fare marcia indietro. «Non intendiamo accettare logiche di preclusione o di interruzione del dialogo, perché questo non aiuta la pace – ha dichiarato –. I ponti culturali sono uno strumento per mantenere vive le relazioni tra i popoli, anche in tempi difficili». Secondo De Luca, bloccare il concerto equivarrebbe a chiudere uno spazio di confronto e trasformare l’arte in terreno di scontro ideologico.

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