Trump fa causa a Murdoch e al Wall Street Journal, la lettera a Epstein finisce in tribunale: «Li avevo avvertiti»


Donald Trump ha fatto causa al Wall Street Journal, News Corp e Rupert Murdoch per diffamazione e calunnia dopo la pubblicazione di una presunta lettera indirizzata al defunto Jeffrey Epstein. Secondo i media americani, la causa è stata depositata in Florida dopo che il quotidiano finanziario ha pubblicato il contenuto di una lettera che Trump sostiene essere falsa, nonostante avesse preventivamente avvisato la testata che non fosse autentica e minacciando azioni legali. Il presidente americano ha definito il Wall Street Journal «un giornalaccio disgustoso e lurido» accusando la testata di pubblicare «menzogne diffamatorie» per «cercare di restare rilevante».
Le testimonianze che saranno rese pubbliche
l Dipartimento di Giustizia ha chiesto al giudice di desecretare le trascrizioni delle testimonianze e dei documenti del gran giurì su Jeffrey Epstein. La richiesta è stata firmata dalla ministra della Giustizia Pam Bondi nel «nome della trasparenza e nell’interesse degli americani». Un provvedimento arrivato dopo il via libera dello stesso Trump, che dovrebbe riguardare solo le dichiarazioni considerate pertinenti con il caso.
Le accuse di Trump e gli avvertimenti ignorati
Secondo quanto dichiarato da Trump su Truth Social, sia il proprietario Rupert Murdoch che la direttrice Emma Tucker sarebbero stati avvertiti direttamente della falsità della lettera. «Il Wall Street Journal e Rupert Murdoch, personalmente, sono stati avvertiti direttamente dal Presidente Donald J. Trump che la presunta lettera da loro pubblicata del presidente Trump a Epstein era un falso e che, se l’avessero pubblicata, sarebbero stati citati in giudizio», ha scritto Trump. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt avrebbe informato Tucker che la lettera era falsa, ma secondo Trump «Emma Tucker non ha voluto sentirlo». Murdoch avrebbe dichiarato che «se ne sarebbe occupato» ma «non ha avuto il potere di farlo».
Il contenuto della lettera controversa pubblicata dal Wall Street Journal
La lettera pubblicata dal quotidiano contiene una conversazione immaginaria scritta in terza persona tra due interlocutori identificati come Donald e Jeffrey. Il messaggio inizia con: «Voce fuori campo: Nella vita ci deve essere qualcosa di più che avere tutto», seguito da uno scambio di battute sui «segreti» e sull’amicizia. La lettera si conclude con: «Trump: avere un amico è una cosa meravigliosa. Buon compleanno e che ogni giorno possa essere un altro meraviglioso segreto». Il documento faceva parte di un album rilegato in pelle donato nel 2003 dalla compagna di Epstein, Ghislaine Maxwell, successivamente condannata a 20 anni di carcere come complice nel traffico sessuale di minorenni.
Trump rivendica le vittorie legali contro i media
Trump ha rivendicato precedenti successi legali contro altri media, affermando di aver «già sconfitto George Stephanopoulos/Abs, 60 Minutes/Cbs e altri». Il presidente ha sostenuto che se ci fosse stata «una qualsiasi verità sulla bufala di Epstein», queste informazioni sarebbero state rivelate «da Comey, Brennan, la corrotta Hillary e altri lunatici della sinistra radicale anni fa». Trump ha inoltre affermato che tali documenti non sarebbero rimasti «in un archivio in attesa che “Trump” vincesse tre elezioni», ribadendo la sua contestata tesi sulle elezioni del 2020. L’album conteneva anche lettere di altri mittenti, tra cui il miliardario Leslie Wexner, l’avvocato Alan Dershowitz e un economista di Harvard ora deceduto.