Il giovane con disabilità investito sulle strisce, gli mettono 20 euro in mano e scappano. Salvo Capizzello in ospedale: «Potete ancora fare qualcosa»


Lo hanno investito sulle strisce pedonali fratturandogli i piedi, lo hanno caricato sulla loro auto e lo hanno abbandonato per terra – incastrandogli una banconota da 20 euro in mano – di fronte alla sede della cooperativa Controvento. È successo oggi, venerdì 18 luglio, lungo la circonvallazione di Catania. Secondo quanto ha scritto la cooperativa, che ha denunciato i fatti sui social, la vittima sarebbe Salvo Capizzello, un giovane con disabilità intellettiva. A bordo della vettura pirata erano invece presenti tre persone, che non solo non hanno chiamato i soccorsi ma si sono dileguati nel traffico pomeridiano abbandonando il ragazzo, ora ricoverato in ospedale.
La diagnosi e il carattere di Salvo Capizzello: «Da anni lavora per una vita autonoma»
Fratture multiple e scomposte ai piedi, questa la prima diagnosi pubblicata dalla cooperativa Controvento. «Non potrà camminare per settimane, non potrà partire per la vacanza che aspettava da tanto tempo insieme ai suoi amici», denuncia. Ma l’incidente non è un punto di fine: «Salvo non è un povero ragazzo. È una persona determinata, che da anni lavora per avere una vita autonoma e indipendente, con il sostegno di operatori, educatori, famiglie e della nostra cooperativa». Salvo Capizzello partecipa infatti al progetto Pnrr sull’autonomia, che il Comune di Catania sta promuovendo con la collaborazione di numerose associazioni del territorio. Lo scopo del progetto è di offrire alle persone con disabilità la possibilità concreta di costruirsi un futuro.
L’appello agli autisti della macchina: «Potete ancora fare qualcosa»
«L’autonomia, che tanto fatichiamo a costruire, è fragile», scrive ancora la cooperativa. «Basta un gesto irresponsabile per spezzarla. E a proteggerla non può essere solo chi lavora nel sociale, deve essere tutta la città. A chi era in quella macchina: potete fare ancora qualcosa. Potete scegliere di non voltare le spalle. Potete contattare noi, alla cooperativa Controvento, o la sorella di Salvo, Graziana Capizzello. Assumersi la responsabilità è il primo passo per rimettere a posto le cose».