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Virus West Nile, morta una donna a Roma: altri 6 casi a Latina. L’avvertimento sulle zanzare a rischio, i sintomi e come evitare il contagio

20 Luglio 2025 - 11:41 Giulia Norvegno
West Nile
West Nile
La Regione Lazio ha confermato la morte di un'anziana a Roma. Tutti i casi sono stati rilevati in provincia di Latina. Le indicazioni per medici e Comuni e le regole per contenere il rischio contagio

È morta dopo essere stata infettata dal virus di West Nile una donna di 82 anni ricoverata all’ospedale di Fondi, in provincia di Latina. La donna di Nerola, in provincia di Roma, era arrivata al San Giovani di Dio di Fondi lo scorso 14 luglio per febbre e stato confusionale. Come spiega una nota della Regione Lazio, attualmente ci sono altri sei casi confermati di infezione dia virus di West Nile. Sono tutti casi nella provincia di Latina.

I 6 casi tutti in provincia di Latina (ma non sono collegati)

Dei casi finora noti di persone infettate dal virus, due sono in condizioni critiche. Si tratta di pazienti con altre patologie. Entrambi sono ricoverati all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Altri quattro pazienti sono invece in fase di miglioramento. I casi registrati in regione sono tutti scollegati, almeno per il momento. L’unica cosa che avrebbero in comune le persone che hanno contratto il virus è la zona: sono tutti infatti della provincia di Latina.

L’avvertimento della Regione Lazio sulla prevenzione

La Regione Lazio ha diramato un’allerta per il virus West Nile nella provincia di Latina, invitando i medici a prestare particolare attenzione alla diagnosi di casi neurologici e raccomandando ai cittadini misure preventive contro le punture di zanzara. Il territorio pontino presenta caratteristiche che favoriscono la proliferazione del vettore del virus.

Il territorio pontino: ambiente ideale per la zanzara Culex

La provincia di Latina offre condizioni ottimali per la diffusione del virus West Nile. Come spiega la Regione Lazio, «in un territorio quale quello che caratterizza la Provincia di Latina, Culex pipiens utilizza come focolai larvali soprattutto canali di medie, piccole e piccolissime dimensioni (canali di irrigazione, canalette di scolo bordo strada)». I Comuni del territorio si sono già attivati per intensificare le operazioni di bonifica ambientale, concentrandosi proprio su questi micro-habitat che rappresentano i principali siti di riproduzione della zanzara vettore. La conformazione del territorio, ricco di canali e sistemi irrigui, richiede un’attenzione particolare nella gestione dei ristagni d’acqua.

Le raccomandazioni specifiche per i medici

La Regione ha rivolto un appello diretto ai medici della regione, in particolare quelli della provincia di Latina, chiedendo di «porre la massima attenzione alla diagnosi di casi invasivi neurologici da virus West Nile con tempestiva valutazione neurologica di forme febbrili protratte in persone a rischio di forme gravi». L’invito è di «includere l’infezione da virus West Nile nella diagnosi differenziale delle encefaliti, meningiti a liquor limpido, poliradicoloneuriti (simil Guillain-Barre’) e paralisi flaccide acute». Una raccomandazione che evidenzia quanto sia importante non sottovalutare sintomi neurologici che potrebbero essere collegati al virus.

Come si trasmette: non è contagioso tra persone

Il virus West Nile «è trasmesso dalle zanzare e non si diffonde da persona a persona», chiarisce la Regione. Un aspetto fondamentale che toglie l’allarme su possibili contagi diretti tra individui. «L’uomo viene occasionalmente infettato tramite punture di zanzare, ma non è in grado di trasmettere l’infezione ad altre zanzare, né ad altre persone». Il ciclo di trasmissione coinvolge principalmente gli uccelli selvatici, che rappresentano il serbatoio naturale del virus. Le zanzare si infettano pungendo questi animali e occasionalmente trasmettono il virus a ospiti accidentali come cavalli e esseri umani. Esistono anche altre vie di trasmissione, più rare, come trasfusioni di sangue, trapianti di organi e, eccezionalmente, infezioni congenite.

Non è la zanzara tigre, ma quella comune notturna

Un dettaglio importante da non sottovalutare: «La zanzara che trasmette il virus West nile non è la zanzara tigre, bensì la nostra zanzara comune notturna, che punge dal tramonto all’alba». Questo significa che i momenti di maggior rischio sono le ore serali e notturne, quando la Culex pipiens è più attiva. La distinzione è cruciale per adottare le giuste misure preventive, concentrando la protezione negli orari in cui questo tipo di zanzara è effettivamente pericolosa.

I sintomi: dalla febbre leggera alle complicazioni neurologiche

La maggior parte delle persone infette non presenta sintomi, ma quando compaiono variano notevolmente in base all’età. «Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari». Negli anziani e nelle persone debilitate la situazione può farsi più seria. I sintomi più gravi si presentano «in media in meno dell’1 per cento delle persone infette (1 persona su 150)» e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono risultare permanenti.

Le misure di protezione: repellenti e abbigliamento adeguato

«L’arma più efficace contro le zanzare resta sempre la prevenzione», sottolinea la Regione. Le raccomandazioni includono l’uso di repellenti cutanei e insetticidi, l’esposizione all’aperto solo con abbigliamento adeguato (indumenti di colore chiaro, pantaloni e maniche lunghe) ed evitare l’esposizione non protetta durante le ore a maggiore rischio, alba e tramonto. Il consiglio è di consultare il medico in presenza di febbre superiore a 38,5°C, dolori muscolari e articolari, cefalea, confusione o eruzioni cutanee.

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