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Milano, ebrei francesi aggrediti in Autogrill: «Assassini, qui non è Gaza». Urla e spintoni: «Ho avuto paura per mio figlio» – Il video

28 Luglio 2025 - 17:43 Ugo Milano
L'uomo insultato da decine di persone all'area di servizio di Lainate dov'era entrato col bimbo di 6 anni (con indosso la kippà)

Un uomo francese di religione ebraica, in compagnia del figlio di sei anni, è stato aggredito verbalmente e fisicamente domenica 27 luglio nell’area di servizio di Lainate, lungo l’autostrada A8, in direzione Milano. L’uomo, che indossava la kippà, è stato preso di mira da un gruppo di circa venti persone al grido di «Free Palestine», «Assassini», «Qui non è Gaza, andate a casa vostra» e «Andrete all’inferno» . Un episodio filmato con lo smartphone dalla vittima stessa, poi diventato virale sui social, e ora oggetto di indagini da parte della Digos.

Il racconto della vittima: «Mi hanno aspettato come animali»

«Siamo venuti per il weekend a Milano, dove vive mia figlia», ha raccontato l’uomo, che vive a Parigi e nel frattempo è già rientrato in Francia. «Stavamo tornando in città e ci siamo fermati all’Autogrill per portare mio figlio in bagno. I servizi sono al piano interrato. Appena abbiamo iniziato a scendere, ho sentito urlare “Free Palestine” da un ragazzo con la barba, era alla cassa. È lui che ha acceso la miccia». Da lì, il caos: «Altri si sono infiammati, io non ho avuto paura e ho risposto. Ero arrabbiato. Non sono un maleducato né un violento, ma quando bisogna difendersi, bisogna difendersi». L’uomo ha iniziato a filmare l’accaduto col cellulare. Poi ha accompagnato il figlio in bagno. Ma all’uscita, racconta, «mi aspettavano. Erano in quindici o venti. Mi hanno chiesto di cancellare il video e ho detto di no, due volte. È successo tutto velocemente, mi sono difeso, ma a un certo punto mi sono ritrovato a terra. Hanno approfittato di quel momento come animali. Non vedevo più mio figlio, ma per fortuna era con una signora che lo ha messo in un angolo. Ho visto delle bestie selvagge».

«Mi hanno detto: parla con Netanyahu. Ma io sono francese»

Dopo una decina di minuti è arrivata la polizia. «Mio genero, che è italiano, ha fatto da interprete. Ho sentito che gli agenti parlavano di Netanyahu. Dopo mi ha spiegato che dicevano che dovrei dirgli di smettere di bombardare. Ma io non sono israeliano, sono francese. Quello che è successo non ha nulla a che vedere con me». L’uomo denuncia un clima d’odio crescente in Europa: «Una cosa simile non mi era mai successa. Ma in tutto il continente ci sono manifestazioni di odio verso la comunità ebraica. Noi siamo un popolo di tolleranza. Non siamo mai andati in strada con bandiere israeliane a cercare qualcuno da picchiare o provocare. Il contrario succede tutti i giorni. Spero che adesso si faccia giustizia».

La reazione della comunità ebraica: «Un rigurgito pericoloso»

Il presidente della Comunità Ebraica di Milano, Walker Meghnagi, ha definito l’episodio «sconcertante»: «Una famiglia francese colpita ferocemente, l’ennesima manifestazione di un pericolosissimo rigurgito di antisemitismo. È fondamentale che la politica ponga un freno a questa spirale di odio che rischia di sfuggire di mano». Anche Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica, ha lanciato un appello alla magistratura affinché si proceda rapidamente: «Ogni reato d’odio va perseguito. Milano è una città di accoglienza e non merita questa macchia». Il consigliere comunale Daniele Nahum ha chiesto una «ferma condanna da parte delle istituzioni»: «È inaccettabile che si assalgano cittadini solo per la loro religione».

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