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Sydney Sweeney e la pubblicità dei jeans: «I miei geni sono fantastici». Il problema dell’assonanza e le accuse: «Propaganda nazista» – Il video

31 Luglio 2025 - 11:15 Alba Romano
sydney sweeney jeans
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Un mini spot di 30 secondi ha scatenato le polemiche in tutta America, tra chi accusa di «ideologia woke» e chi di razzismo

Il tema dell’ideologia woke è tra i cardini del dibattito pubblico americano ormai da diversi anni. L’ultimo caso, che ha letteralmente fatto esplodere i social media, è legato a due nomi noti a tutti: i jeans e l’attrice Sydney Sweeney. La 27enne, nota per The White Lotus e Euphoria, è la protagonista di un nuovo spot pubblicitario della marca American Eagle, che una parte dell’opinione pubblica ha bollato come «razzista» o addirittura «propaganda nazista». L’accusa, infatti, è di promuovere l’eugenetica e la supremazia bianca.

Le parole contestate: «I miei geni sono blu»

Sydney Sweeney in sé, ovviamente, non c’entra. Compare sdraiata, con pantaloni e giacca di jeans, mentre recita la sua parte. Le parole, però, possono essere interpretate in diversi modi: «I jeans vengono trasmessi dai genitori ai figli e spesso determinano caratteristiche come il colore dei capelli, la personalità e persino il colore degli occhi. I miei jeans sono blu». Nella versione tradotta i italiano non c’è nulla di male. Peccato che in inglese jeans suoni esattamente come genes, cioè i geni umani. Al che la frase diventerebbe: «I geni vengono trasmessi dai genitori ai figli e spesso determinano caratteristiche come il colore dei capelli, la personalità e persino il colore degli occhi. I miei geni sono blu». Quale delle due è la lettura corretta?

La difesa dei repubblicani: «La sinistra pazza attacca le belle donne»

La controversia ha preso piede immediatamente, con molte persone che sui social media accusavano l’azienda di diffondere un messaggio razzista e suprematista. Anche perché lo slogan «Sydney Sweeney ha dei jeans fantastici» offre nuovamente il fianco a due differenti interpretazioni, forse volontariamente. Il dibattito ha raggiunto anche il Congresso, con il senatore texano repubblicano Ted Cruz che ha difeso apertamente l’attrice e lo spot di American Eagle: «Wow. Ora la sinistra pazza sta attaccando le belle donne. Sono sicuro che questo si ripercuoterà con successo nei sondaggi», ha ironizzato bersagliando l’ideologia woke, l’obiettivo preferito della destra MAGA.

Il rimbalzo in borsa e la difesa dell’azienda: «Campagna audace e giocosa»

Quale che sia l’interpretazione corretta, la controversia ha fatto sicuramente bene all’azienda. Ieri, mercoledì 30 luglio, il prezzo delle azioni del marchio è salito di 3 dollari dai 10,40 precedenti ai 13,23. È merito del cosiddetto meme title, cioè un momentaneo successo azionario causato dalla viralità sui social media. Poco dopo, infatti, il titolo è tornato alla normalità. L’azienda non è intervenuta direttamente per contrastare le accusa, ma aveva difeso la sua scelta già in tempi non sospetti: «Il fascino e l’energia da ragazza della porta accanto di Sweeney, uniti alla sua capacità di non prendersi troppo sul serio, sono i tratti distintivi di questa campagna audace e giocosa».

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