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Ucraina, Putin: «Sì a pace durevole ma condizioni non cambiano», Zelensky ribatte: «Incontriamoci quando vuoi». Lutto a Kiev dopo i 28 morti nei raid

01 Agosto 2025 - 15:36 Alba Romano
ucraina putin zelensky guerra russia
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Nella conferenza stampa congiunta con Lukashenko, il leader del Cremlino ha nuovamente attaccato il governo ucraino: «Non è legittimo». E ha puntualizzato: «Stiamo riprendendo ciò che ci appartiene»

Quella dell’Ucraina non è una conquista, ma si tratta di «riprendere ciò che appartiene a Mosca». È lo stesso leader del Cremlino Vladimir Putin a correggere lo storico alleato bielorusso Alexander Lukashenko durante una conversazione con i giornalisti. L’alternativa alla guerra è una pace alle condizioni russe, che Putin ha prontamente ribadito: «Riconoscimento come russe della Crimea e delle quattro regioni parzialmente occupate e rinuncia di Kiev a entrare nella Nato». Ha poi ammesso, chissà quanto opportunisticamente, che Mosca e Kiev hanno bisogno di una «pace duratura che garantisca sicurezza in un quadro di sicurezza europeo generale». Parole che hanno immediatamente attirato la reazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «L’Ucraina ribadisce la disponibilità a incontrarsi a livello di leader in qualsiasi momento. Proponiamo di passare da scambi, dichiarazioni e incontri a livello tecnico a colloqui tra leader. L’America lo ha proposto, l’Ucraina lo ha sostenuto. È necessaria la disponibilità della Russia».

Il nuovo attacco di Putin al governo ucraino: «È incostituzionale»

La situazione sul campo, almeno così come l’ha descritta il presidente della Federazione, al momento sorride ai russi: «Stiamo avanzando lungo tutto il fronte». Il maggiore sostenitore dell’Ucraina, cioè l’Unione europea, per Putin «non ha alcuna sovranità politica e presto perderà anche quella economica». Non solo. Mentre il governo moscovita si farebbe forte della sua costituzionalità, lo stesso non si potrebbe dire di quello di Zelensky, che è rimasto in carica dopo la scadenza del mandato nel maggio 2024 perché è in vigore la legge marziale: «La Costituzione è stata chiaramente violata, è necessario un cambio di regime».

I raid su Kiev: almeno 28 morti

Nella notte tra giovedì 31 luglio e venerdì 1 agosto un nuovo, sanguinoso attacco sulla capitale ucraina ha lasciato dietro di sé almeno 28 morti e 159 feriti, tra cui tre bambini. È il bilancio più grave delle ultime settimane, in una guerra che continua a colpire anche i civili. Kiev ha proclamato per oggi una giornata di lutto nazionale. Intanto, dagli Stati Uniti, il presidente Donald Trump annuncia nuove sanzioni contro la Russia, mentre dalla Casa Bianca arriva la conferma di una visita imminente di Witkoff a Mosca. Sul fronte diplomatico, il presidente bielorusso Lukashenko si trova nella capitale russa per un incontro con Vladimir Putin.

La strage di Kiev: un bilancio in peggioramento

Le sirene hanno suonato all’alba, ma l’allarme non è bastato a salvare le vite colpite dal pesante bombardamento russo che ha colpito diversi quartieri residenziali di Kiev. Secondo quanto riferito dalle autorità locali, il bilancio delle vittime è salito a 28, con oltre 159 persone ferite, alcune in modo grave. Tra queste, 12 sono bambini. Trenta pazienti sono ancora ricoverati, ha dichiarato il sindaco Vitali Klitschko, aggiungendo che si tratta del numero più alto di minori colpiti in un singolo attacco dall’inizio del conflitto. Tra le vittime c’è anche il tenente di polizia Liliia Stepanchuk, il cui corpo è stato ritrovato tra le macerie nel distretto di Sviatoshynsky. Tre agenti sono rimasti feriti. Le operazioni di soccorso sono proseguite per ore: «Purtroppo, le peggiori previsioni si sono avverate», ha ammesso il capo dell’amministrazione militare di Kiev, Tymur Tkachenko, parlando di persone rimaste intrappolate sotto gli edifici crollati.

Nuovi attacchi a Zaporizhzhia

La notte non ha risparmiato altre zone del Paese. Un raid russo ha colpito anche Zaporizhzhia, nel sud-est, provocando almeno un morto e cinque feriti. Gli attacchi hanno preso di mira anche infrastrutture civili, aggravando ulteriormente l’emergenza umanitaria in una delle regioni già duramente colpite dalla guerra.

Trump: «Imporrò sanzioni, ma forse a Putin non importa»

Sul fronte internazionale, Donald Trump ha condannato duramente l’attacco, definendo «disgustoso quello che sta facendo la Russia». L’ex presidente ha annunciato l’intenzione di imporre nuove sanzioni a Mosca, pur ammettendo il rischio che possano rivelarsi inefficaci: «Non so se servirà. Non credo che a Putin importi», ha dichiarato. La sua amministrazione ha inoltre confermato che Steven Witkoff, consigliere della Casa Bianca, si recherà in Russia nei prossimi giorni, dopo una visita in Israele.

Zelensky: «Serve un cambio di regime a Mosca»

Il presidente Volodymyr Zelensky ha definito l’attacco un crimine deliberato contro i civili, parlando di “terrorismo russo” e chiedendo all’Occidente azioni più incisive, fino a una spinta concreta per un cambio di regime al Cremlino. «Questi non sono errori o danni collaterali: la Russia colpisce deliberatamente i civili», ha detto in un messaggio video. In questi giorni, il capo di stato ucraino è alle prese con le proteste di piazza dei giovani del Paese, schierati contro l’autoritarismo dopo che il presidente ha firmato un decreto che smantella due agenzie anticorruzione.

Putin e Lukashenko si incontrano a Mosca

Intanto, sul fronte diplomatico russo, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko è oggi a Mosca per una visita privata. Lo ha confermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, spiegando che l’incontro con Vladimir Putin sarà «informale» ma toccherà «l’intero spettro delle relazioni bilaterali». I due leader discuteranno anche di economia, cooperazione militare e «questioni internazionali», ha aggiunto il Cremlino. Per ora, non sono stati forniti ulteriori dettagli.

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