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Fuori la biografia di Kid Cudi, dall’infanzia difficile alla cocaina per affrontare la fama, al caso Diddy

07 Agosto 2025 - 15:44 Gabriele Fazio
L'autore di nuovi classici del genere come Pursuit Of Happiness, Day 'n' Night e The Scotts ripercorre la sua vita, dall'infanzia a Cleveland agli anni della gavetta, quando dormiva sui divani mentre creava mixtape, fino alle pressioni che impone la fama mondiale.

41 anni, quasi 25 milioni di ascolti mensili su Spotify, oltre 3 milioni di follower su Instagram e una vita che non è affatto luccicante come ci aspettiamo. Emerge questo dai brani che anticipano l’uscita di Cudi – The Memoir, la prima biografia, in libreria da oggi, del rapper Kid Cudi, l’autore di nuovi classici del genere come Pursuit Of Happiness, Day ‘n’ Night e The Scotts. 320 pagine nelle quali il rapper, vero nome Scott Mescudi, ripercorre la sua vita, dall’infanzia a Cleveland agli anni della gavetta, quando dormiva sui divani mentre creava mixtape, fino alle pressioni che impone la fama mondiale.

Quella notte strisciando sul pavimento

Anche se sono infinite le storie tutte “sesso, droga e rock’n’roll”, in tanti sono rimasti scossi in queste ore dalla lettura del brano scelto dal rapper come preview del suo libro concessa a GQ. Il racconto di una delle notti più buie della sua vita, mentre striscia sul pavimento del suo appartamento di Tribeca, assuefatto dalla droga, convinto che da lì a pochi minuti sarebbe morto, sensazione che, come scrive lo stesso rapper di Cleveland, lo ha fatto sentire «sollevato». «Non riuscivo a dare un senso a ciò che mi tormentava – si legge nel romanzo – Stava succedendo tutto così in fretta. Il primo disco, Man on the Moon, era uscito da circa un anno e io ero su un razzo. Le difficoltà con la fama mi spinsero verso la cocaina, cosa che facevo soltanto da solo. Ne ero attratto nell’isolamento, così il tempo che passavo da solo aumentava. Mi sentivo chiuso in me stesso e riuscivo a malapena a uscire di casa. La cocaina mi sembrava una contromisura necessaria per la mia celebrità, ma stava devastando la mia vita, creativamente e personalmente. Ero diventato estremamente instabile emotivamente. Le mie relazioni erano in rovina e non riuscivo a pubblicare le canzoni come volevo. La rabbia ribolliva dentro di me. La mia rabbia derivava dal fatto che la mia realtà non era in linea con il mio sogno».

La testimonianza nel processo Diddy

L’ultima volta che abbiamo ricevuto notizie dall’universo Kid Cudi non riguardavano la musica. L’arresto di Diddy lo scorso settembre, secondo i rumors riportati dalle redazioni statunitensi, hanno fatto scattare un allarme rosso per molte importanti personalità dello spettacolo. Perché erano in tanti ad essere ospitati in casa Combs in occasione dei suoi famigerati party. Solo Kid Cudi però è finito dietro la sbarra dei testimoni ed era inevitabile. Il rapper infatti, ex amico di Puff Daddy, ai tempi instaurò una relazione con Cassandra “Cassie” Ventura, quella che in tribunale è stata definita “Vittima 1”, nonché ex fidanzata di Diddy. La cosa avrebbe mandato su tutte le furie Sean Combs, tanto da supporre (ma non è mai stato dimostrato) che dietro alcuni incidenti riguardanti Kid Cudi, come un’infrazione in casa e l’incendio provocato da una molotov della sua auto, ci sia proprio il rapper al momento in galera in attesa della sentenza per i reati legati alla prostituzione, per i quali è già stato condannato rischiando una condanna fino a 20 anni.

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