Ponte sullo Stretto, Salvini alza gli scudi: «Anche Brunelleschi aveva i “no cupola”. Il cantiere? Sarà un ritorno di cervelli»


Sul Ponte Matteo Salvini ormai tira dritto. Il traguardo della prima pietra è sempre più vicino, dopo il via libera definitivo di mercoledì 6 agosto, e ora per il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti si tratta solo di limare gli ultimi dettagli. A partire dal nome: «Ho pensato a Silvio Berlusconi, indubbiamente», ha ammesso il vicepremier ad Agorà Estate su Rai3. Un nome che il centrodestra ha già legato all’Aeroporto milanese di Malpensa: «Sull’intitolazione avremo modo di parlare. Silvio è stato un grande italiano, un grande imprenditore, un grande uomo di sport e comunicazione oltre che un grande politico». E sul fronte «no Ponte», Salvini si lascia andare a nozioni storiche: «Anche con Brunelleschi a Firenze c’erano i “no cupola”».
I “bastian contrari” di Salvini
Il concetto espresso da Salvini è semplice: la maggioranza vuole il Ponte, una piccola «minoranza rumorosa» di bastian contrari bisogna sempre metterla in conto. È stato così per l’autostrada del Sole, e così per la Cupola del Brunelleschi: «L’Italia nei secoli è sempre stata la prima per ingegno. Le opposizioni mi attaccano se mi alzo alla mattina e respiro, ma ci sono delle minoranze rumorose in tutta Italia che non volevano la Tav o altro. A me interessa che non danneggino, come fanno i delinquenti in Piemonte… Finché uno manifesta con un cartello con scritto “No” buon per lui».
La soddisfazione di Salvini: «Occasione per ritorno di cervelli»
Durante la trasmissione, il ministro delle Infrastrutture ha anche sottolineato l’orgoglio per un’opera che, a suo parere, trasformerà la vita di molte persone: «Per me la più grande soddisfazione è che ragazzi, studenti, diplomati, laureati, siciliani e calabresi che oggi dopo il diploma o la laurea troppo spesso costretti a scegliere in quali città emigrare». Insomma, il Ponte sarà occasione per un «ritorno di cervelli. Per lavorare al ponte arriveranno da tutto il mondo e ovviamente ingegneri italiani, tecnici, operai, geometri, qua avranno nei prossimi anni un punto che il mondo osserverà».
Le tempistiche e gli espropri
I lavori, ha detto il vicepremier, «dureranno circa 7 anni per avere il ponte a campata unica più lungo al mondo. Si valutano oltre 100mila unità di lavoro prodotte tra posti di lavoro diretti e indiretti». I territori espropriati, garantisce ancora Salvini, «saranno indennizzati maggiormente rispetto agli altri indennizzi».