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Flop o estate da record? Ecco cosa dicono i dati sul turismo in Italia e quanto pesano gli arrivi dall’estero

11 Agosto 2025 - 16:23 Gianluca Brambilla
turismo-dati-estate-2025
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Le previsioni di Confcommercio parlano di un «agosto top» per il comparto turistico. Ma opposizioni e associazioni dei consumatori puntano il dito contro i rincari

C’è un paradosso che da qualche giorno accompagna l’estate italiana e, in particolare, il dibattito sul turismo. Da una parte ci sono i dati di Confcommercio – rilanciati di buon grado dal governo – secondo cui agosto 2025 si preannuncia uno dei mesi più floridi per il turismo italiano degli ultimi anni. Dall’altra, ci sono le immagini – condivise dalle opposizioni – che testimoniano decine di stabilimenti balneari mezzi vuoti proprio nelle settimane di più alta stagione. Una situazione, peraltro, confermata dalle stesse associazioni di categoria, con Assobalneari che parla di una contrazione tra il 20% e il 30% rispetto agli anni precedenti, sia in termini di presenze che di consumi. Ma come si conciliano questi dati con le previsioni più che ottimistiche di Confcommercio? Le spiagge – e in generale i luoghi turistici – sono davvero meno affollate del solito oppure è solo un errore di percezione? E soprattutto: come se la sta passando davvero il comparto turistico italiano quest’estate?

Le spiagge semivuote

Che nelle località di mare ci siano meno turisti del previsto lo hanno confermato le stesse sigle di categoria. Il sindacato dei balneari stima che gli ombrelloni occupati quest’estate siano il 15% in meno rispetto allo scorso anno e anche tra gli albergatori ci si aspetta un calo delle presenze rispetto al 2024. Secondo molti, dietro questi dati si nasconderebbe una spiegazione molto semplice: noleggiare una sdraio e un ombrellone in spiaggia costa sempre di più. «Cari amici gestori di stabilimenti balneari, leggo che la stagione non sta andando bene bene. Secondo voi perché? Forse avete un po’ esagerato con i prezzi», ha suggerito l’attore Alessandro Gassmann, alimentando il dibattito sui social.

I dati sui rincari del caro-vacanze

I diretti interessati, però, non ci stanno. E provano a fornire una spiegazione alternativa: «Le famiglie non hanno soldi, non sanno come arrivare a fine mese, mutui e bollette insostenibili. E ovviamente la gente si vede costretta a tagliare svago e tempo libero». Insomma: è vero che andare in vacanza costa troppo, ma non (solo) per i costi applicati dagli stabilimenti balneari. Secondo Altroconsumo, i prezzi delle strutture ricettive sono aumentati del 34% dal 2020. Per il Codacons, invece, a luglio i prezzi sono cresciuti rispetto al 2024 del +35,9% per i voli nazionali, del 5,5% per i voli europei, del 10,9% per i traghetti, per il 9,9% dei noleggi auto, del 6% per le case vacanza e le strutture ricettive, del 3,4% per stabilimenti balneari e piscine.

I turisti stranieri “salvano” i balneari

In realtà, secondo le analisi di Assoturismo-Confesercenti, tra giugno e agosto si prevedono circa 110 milioni di presenze complessive sulle spiagge italiane, con una crescita debole (+1,1%) rispetto all’estate dello scorso anno. A salvare i balneari, però, sono soprattutto i turisti stranieri. La componente italiana viene data infatti come in calo, mentre si registra un +1,8% dall’estero, in particolare da Francia, Germania e Paesi Bassi. In alcune località costiere, riporta Newsbalneari, i turisti stranieri rappresentano già la maggioranza dei clienti. In Romagna, per esempio, superano il 50%, mentre in Sardegna c’è stato un boom di arrivi da Germania e Svizzera e in Veneto le spiagge sono riuscite a reggere soprattutto grazie all’afflusso di turisti dall’Est Europa.

La Rai e «l’estate da tutto esaurito»

Nonostante il calo di presenze denunciato dagli stessi balneari, nei giorni scorsi al Tg1 è andato in onda un servizio che parla di una presunta invasione delle spiagge da parte dei turisti, con «il colpo d’occhio che comunque è da tutto esaurito». Immediata la replica delle opposizioni – in primis Pd, M5s e Avs – che accusano la Rai di «dipingere ancora una volta un Paese che non c’è», nascondendo il fatto che «sempre più italiani rinunciano alle vacanze» e che «per molti anche noleggiare un ombrellone in spiaggia è diventato un lusso».

L’ottimismo di Confcommercio: «Agosto 2025 mese “top” per il turismo»

Eppure, la confusione non si limita ai servizi del telegiornale e nemmeno al consueto scontro tra governo e opposizioni. A fare da contraltare alle preoccupazioni dei balneari ci pensa l’Osservatorio Turismo di Confcommercio, che prevede un «agosto “top” per il turismo». Secondo il «focus vacanze» pubblicato nei giorni scorsi, saranno 18,1 milioni gli italiani in partenza per le ferie nel mese più caldo dell’anno, con una spesa media pro capite di 975 euro. Sette italiani su dieci scelgono di rimanere nel paese, mentre il restante 30% circa passerà le vacanze all’estero. A guidare la classifica delle regioni più visitate ci sono Emilia-Romagna, Toscana e Trentino-Alto Adige. Subito dietro si trovano anche Sicilia, Puglia, Lazio, Liguria e Campania.

La spiegazione del governo: «Più turisti in montagna»

Il governo si fa scudo con i dati di Confcommercio e accusa le opposizioni di aver dato vita a una polemica che non sta in piedi. Gianluca Caramanna, responsabile del turismo per Fratelli d’Italia, parla di «ennesima stucchevole polemica della sinistra, alimentata dai suoi media di riferimento». Mentre Luca De Carlo, presidente della commissione Turismo del Senato e anche lui esponente di FdI, assicura che dietro il calo delle presenze in spiaggia si nasconde in realtà «il boom» della montagna. «Complessivamente, per l’estate in montagna, si stimano oltre 6,8 milioni di arrivi (+4,8% rispetto all’estate 2024), con il Trentino-Alto Adige che detiene la leadership di saturazione», seguito da Valle D’Aosta e Abruzzo», spiega il senatore meloniano.

Per il partito della premier, la crescita dei turisti nelle città d’arte e nelle aree interne, anche a discapito delle località balneari, è un risultato diretto del «modello Meloni», che punta sulla «destagionalizzazione» dell’offerta turistica e sulla «delocalizzazione» per «combattere l’overtourism». Un’intenzione nobile, non c’è dubbio, ma che non aiuta a capire definitivamente come stia andando la stagione estiva per il settore turistico. Per scoprirlo, occorrerà aspettare i dati definitivi di settembre. Nel frattempo, il dibattito di questi giorni offre un argomento in più di cui poter discutere in spiaggia sotto l’ombrellone. Almeno per chi ci va.

Foto copertina: ANSA/Gianluigi Basilietti | La spiaggia di Civitanova Marche, 2 giugno 2025

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