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Londra, rider rifiutati da alcuni appartamenti di lusso: «Non possono consegnare». La decisione sull’onda della protesta anti migranti

11 Agosto 2025 - 21:19 Valentina Romagnoli
rider londra
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A Canary Wharf è stato proibito l’accesso ai corrieri di Deliveroo, Just Eat e Uber Eats. Non avrebbero documenti regolari, ma le accuse vengono smentite dalle stesse piattaforme

Prima vittime del caldo, ora della xenofobia. A Canary Wharf, nel cuore finanziario di Londra, un complesso residenziale di lusso ha vietato l’ingresso ai fattorini di Deliveroo, Just Eat e Uber Eats. La decisione, presa dalla società di gestione Parkgate Aspen, è stata comunicata ai residenti del Canary Riverside con un «avviso di sicurezza» per timori legati a presunti lavoratori «privi di documenti in regola». Il provvedimento arriva a pochi passi di distanza dal Britannia International Hotel, dove negli ultimi mesi hanno protestato per la presenza di richiedenti asilo ospitati nella struttura. Secondo la società Parkgate Aspen, la vicinanza e «l’appropriazione del vicino Britannia hotel per l’alloggio di migranti e i conseguenti disordini» avrebbero spinto molti residenti a chiedere più controlli. A riportare la vicenda, è il Guardian.

Troppi rider «senza documenti»

Nella comunicazione la società cita articoli di stampa che parlano di rider senza documenti e annuncia che «non possono essere autorizzati a effettuare consegne nei singoli appartamenti». L’accesso rimane consentito, a discrezione degli inquilini, per la consegna di generi alimentari da parte di catene come Ocado e Tesco. Perché solo queste due società sono ammesse? Secondo Parkgate Aspen queste aziende impiegano personale «completamente formato e monitorato» e che esiste un audit trail – una sorta di registro in cui vengono annotate tutte le operazioni – consultabile in caso di problemi. Questo, invece, non succederebbe con i «fattorini di cibo, molti dei quali sono irregolari o in ‘subappalto’ da rider registrati», si legge nella nota. La società afferma inoltre che la decisione era in preparazione da mesi, a causa di episodi di cattiva condotta da parte di alcuni corrieri, tra cui l’uso improprio degli spazi comuni e aggressioni verbali ai residenti. La vicenda legata all’hotel Britannia avrebbe solo accelerato l’entrata in vigore delle nuove regole.

La difesa di Deliveroo e delle altre piattaforme

Le piattaforme hanno respinto con forza ogni accusa. Deliveroo ribadisce «tolleranza zero verso il lavoro illegale» e la cessazione immediata della collaborazione con chi viola le norme. Just Eat sottolinea che la grande maggioranza delle consegne è effettuata da corrieri indipendenti con regolare permesso di lavoro e che esistono «standard e requisiti chiari». Uber Eats, dal canto suo, aggiunge di utilizzare «tecnologia di verifica dell’identità e video di ultima generazione» per prevenire abusi. Non tutti i residenti appoggiano la misura. Uno di loro, interpellato dal Guardian, ha parlato di «divieto arbitrario». Ha aggiunto: «Penso che il divieto dimostri l’effetto domino pernicioso dell’isteria anti-rifugiati. Per le autorità è facile approfittare delle provocazioni per intensificare le tensioni».

Le proteste all’hotel Britannia

Intanto, fuori dal Britannia hotel continuano le mobilitazioni. Le prime proteste erano state pacifiche, ma negli ultimi giorni ci sono stati arresti e divieti di ritorno di 28 giorni per alcune persone accusate di molestie agli ospiti e tentativi di forzare le recinzioni. La polizia ha smentito che i rider visti uscire dalla struttura fossero migranti. Secondo le forze dell’ordine si trattava di personale dell’hotel, e che un corriere aveva ricevuto una scorta solo per completare una consegna. Negli ultimi mesi il Britannia International Hotel è diventato uno dei punti caldi della protesta anti-migranti in Gran Bretagna. La struttura ospita richiedenti asilo, molti dei quali arrivati attraverso la Manica su piccole imbarcazioni. Qui, come in altri oltre 200 hotel sparsi nel Paese, il governo ha disposto sistemazioni temporanee a spese dello Stato.

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