L’azzurro Mattia Debertolis morto in Cina: il malore ai mondiali di Orienteering, le ombre sui soccorsi e la gara mai fermata con 43 gradi


Non ce l’ha fatta Mattia Debertolis, atleta della Nazionale italiana di orienteering, colpito da un grave malore durante la gara inaugurale dei World Games in Cina. Il 29enne di Roncone (Trento) è morto lunedì 11 agosto in un ospedale di Chengdu, capoluogo della provincia sud-occidentale di Sichuan, dove era ricoverato in prognosi riservata dal pomeriggio di sabato 9 agosto. Accanto a lui, negli ultimi giorni, la madre e il fratello, giunti dalla Vallarsa per stargli vicino e che, constatata la gravità della situazione, avevano chiesto che gli fosse amministrata l’estrema unzione. Secondo le prime ricostruzioni, il giovane azzurro si sarebbe accasciato al suolo mentre correva in condizioni climatiche proibitive, con temperature che raggiungevano i 43 gradi. «Le condizioni erano davvero estreme — ha sottolineato Roberto Pradel, presidente del comitato trentino della Federazione italiana sport orientamento (Fiso) interpellato dal Corriere — Temiamo che sia trascorso troppo tempo prima dell’arrivo dei soccorritori».
Il malore e le polemiche per il ritardo dei soccorsi
La dinamica dell’incidente è ancora da ricostruire. Durante la gara, il segnale gps dell’atleta si era improvvisamente fermato. «Pensavamo fosse una sospensione tecnica, come spesso accade nelle competizioni di orienteering — racconta Pradel —. Invece Mattia stava già lottando contro il malore, cercando di attirare l’attenzione». La sfortuna, spiegano dalla Federazione, è che l’atleta non si trovasse vicino a un punto di controllo presidiato: i primi soccorsi sarebbero quindi arrivati con un ritardo che, in una situazione di ipertermia, può rivelarsi fatale.
La corsa contro il tempo dei medici cinesi e il coordinamento dall’Italia
Nonostante l’incidente, la gara è proseguita fino alla fine. Nel frattempo, in ospedale, i medici cinesi hanno tentato ogni strada possibile, anche grazie al coordinamento tra il ministro per lo Sport Andrea Abodi, l’Ambasciata e il Consolato italiano in Cina. Ma le condizioni di Debertolis sono peggiorate fino alla sua morte. «Sono increduli, speravano ancora che fosse un brutto sogno», ha detto Pradel riferendosi alla madre e al fratello dell’atleta, giunti dal Trentino per stare vicino a Debertolis nei suoi ultimi giorni.
Chi era Mattia Debertolis
Originario di Roncone, in Trentino, Mattia Debertolis aveva costruito un doppio percorso di vita: quello sportivo, con la maglia azzurra della Fiso, e quello professionale, come ingegnere a Stoccolma. Classe 1996, appassionato e tenace, aveva rappresentato l’Italia in numerose competizioni internazionali di orienteering. La notizia della sua scomparsa ha colpito duramente il movimento italiano e la comunità sportiva trentina. «Per tutto il nostro movimento è un colpo durissimo», ha detto Pradel. «Ciao Mattia, faremo tutti del nostro meglio per onorare il tuo ricordo», si legge a conclusione della nota ufficiale diffusa dalla Fiso.