“Amici miei”, il capolavoro di Monicelli, compie 50 anni. Ecco come lo si celebra: dai tour per Firenze fino al rilancio delle celebri frasi


«Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione» commentava Il Perozzi parlando del Necchi e della sua capacità di organizzare l’ennesimo scherzo alla vittima di turno. E domani, 15 agosto, il genio serve ricordarlo. Perché il film cult Amici Miei, capolavoro di Mario Monicelli, simbolo di Firenze e di quell’Italia che fu, compie 50 anni. Usciva infatti, in anteprima, a Ferragosto del 1975, prima di sbarcare nelle sale italiane in autunno.

Amici miei e il mito delle “zingarate”
Il film nacque da un’idea di Pietro Germi che, gravemente ammalato, ne affidò la regia e sceneggiatura all’amico Monicelli. Monicelli ci aggiunse del suo, tramite i suoi protagonisti il Conte Raffaello Mascetti (Ugo Tognazzi), il giornalista Giorgio Perozzi (Philippe Noiret), il Prof. Alfeo Sassaroli (Adolfo Celi), l’architetto Rambaldo Melandri (Gastone Moschin) e il barista Guido Necchi (Duilio Del Prete). Amici di scuola, di vita, complici nel mito delle zingarate. Ed la rivoluzione di “Amici miei” sta proprio nella coniazione di nuovi termini. Come per l’appunto la zingarata, simbolo di creatività ed evasione. O anche la “supercazzola” per ribadire un concetto pieno di parole che non portano a nulla. Da qualche anno queste parole sono anche un brand di magliette ed accessori che creano divertenti design ispirati alle frasi ed ai modi di dire cult dell’irriverente quintetto di amici.

Il mito dell’Italia che fu: i tour al Bar Necchi
La pellicola fa rivivere un’Italia che oggi non c’è più. E proprio per riscoprire quei luoghi (dai bar oramai chiusi ai palazzi inquadrati) che l’Associazione Cult(urale) Conte Mascetti da ormai 10 anni propone dei tour sulle location della pellicola. Visite che riprenderanno da domenica 7 settembre fino a fine dicembre permettendo ai numerosi fans di conoscere alcuni angoli poco conosciuti di Firenze. Si passeggia dalla tomba di Adelina «sposa ed amante impareggiabile» al mitico Bar Necchi fino al binario 16 degli schiaffi alla stazione e il funeralone del Perozzi in Piazza Santo Spirito. I partecipanti, aiutati dai tablet, potranno vedere il film lungo il percorso, potendo così notare come quel determinato luogo sia cambiato nel corso degli anni.