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Estate in montagna, tre morti al giorno. L’allarme del soccorso alpino: «Troppi turisti impreparati: arrivano con le scarpe da città solo per una foto sui social»

17 Agosto 2025 - 15:02 Ygnazia Cigna
L'allerta dei soccorritori: «Il turismo montano da 4-5 anni ha registrato un forte aumento, ma molti non sono attrezzati»

L’estate porta ogni anno migliaia di persone a scegliere la montagna come meta di vacanza o di svago, tra sentieri panoramici, escursioni e arrampicate. Ma insieme al fascino dell’alta quota crescono anche i rischi: piccoli incidenti, cadute e malori che in alcuni casi si rivelano fatali. Secondo gli ultimi dati del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico (Cnsas), aggiornati al 23 luglio, dall’inizio dell’ondata estiva, il 21 giugno, si contano già 83 vittime, con una media di circa tre decessi al giorno. Un bilancio che, nelle settimane successive, non ha subito rallentamenti, a conferma di quanto sia necessario affrontare con prudenza le attività in montagna, dove la bellezza dei paesaggi si accompagna sempre a condizioni che richiedono attenzione ed esperienza.

Cosa dicono i dati

Ad oggi, si stima che le vittime siano arrivate quasi a quota 100. Proprio stamattina, 17 agosto, è morto un alpinista a causa di una caduta nel massiccio del Monte Bianco. Mentre ieri sera, 16 agosto, il soccorso alpino Valdostano ha svolto un intervento difficile sul Dente del Gigante, sempre sul Monte Bianco, perché un escursionista era rimasto sospeso nel vuoto. «È difficile fornire un dato aggiornato, ma i nostri interventi non si sono certo fermati in queste ultime settimane, anzi», dichiara Simone Alessandrini del Soccorso Alpino. Secondo quanto emerge dai dati del Cnsas, il 44% delle operazioni di soccorso riguarda escursionisti colpiti da malori o coinvolti in cadute, mentre il restante 56% copre tutte le altre attività di montagna. Il bilancio del soccorso alpino va di pari passo con una denuncia importante: spesso, molti visitatori delle montagne, arrivano impreparati.

L’allarme del soccorso alpino: «Turismo aumentato, ma senza attrezzatura»

«Il turismo montano da 4-5 anni ha registrato un forte aumento, ma non tutti fanno corsi preparatori e i non iscritti al Club Alpino Italiano sono quasi il 90%. Le montagne italiane, da nord a sud, sono quindi affollate da persone che non sono attrezzate per questo tipo di turismo», spiega Alessandrini del Soccorso alpino. «Una grande fetta lo fa solo per potere scattare una foto da postare sui social senza avere le conoscenze tecniche, mi riferisco anche agli itinerari idonei, o banalmente l’abbigliamento adatto. In molti indossano le scarpe sbagliate, le scarpe da ginnastica che si usano in città, o affrontano i sentieri con magliette di cotone, non adatte», aggiunge. «C’è una forma di incoscienza: chi sceglie di salire in pantaloncini, in alcuni casi senza portarsi dietro neanche l’acqua mette a rischio la propria vita», conclude. Una forma di incoscienza che, combinata con terreni impervi e condizioni meteo variabili, aumenta sensibilmente il rischio di incidenti mortali. Il Cnsas lancia quindi un monito chiaro: la montagna richiede preparazione, rispetto delle regole e consapevolezza dei propri limiti.

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